Aborto farmacologico, lo spot nel mirino dei cattolici lucani

POTENZA- Ha suscitato la contrarietà del laicato cattolico lucano la campagna pubblicitaria “Aborto farmacologico: una conquista da difendere” apparsa sui muri di Potenza. In una nota sottoscritta da oltre quaranta realtà, tra associazioni e movimenti, si punta il dito contro <certa ambiguità della comunicazione che pubblicizza quella che si definisce “terapia farmacologica”, quasi che il concepito fosse una malattia da eliminare.

Ancor meno condivisibile appare l’enfasi sulla “conquista da difendere” perché piuttosto vero traguardo di civiltà sarebbe poter rimuovere le cause che portano purtroppo all’interruzione di gravidanza. La somministrazione della RU 486 sarebbe possibile “in tutta sicurezza”, tacendo i rischi della “privatizzazione” dell’aborto, ed il legame tra quello farmacologico e possibili patologie nel caso di successive gravidanze. Una campagna – viene riferito – che rappresenta un’abile operazione di marketing> si legge nella nota del laicato cattolico lucano con la quale si sollecita <la promozione di politiche specifiche per l’affermazione del concepito all’interno del diritto positivo come “uno di noi”, titolare di tutti i diritti umani, alla luce del moderno principio di uguaglianza e una seria educazione (che parta dalla scuola e non escluda le famiglie) all’affettività e relazione tra generi, alla procreazione responsabile, al valore della fertilità non come limite>.