POTENZA- Avrebbe costretto la nipote di 13 anni a subire un rapporto sessuale. Questa la pesante accusa che ha portato in carcere un giovane di 18 anni residente in un centro del Vulture-Melfese. I fatti contestati risalgono a circa un mese fa. All’arresto del giovane (la misura cautelare è stata eseguita nella giornata di venerdì scorso dalla Squadra Mobile di Potenza) si è arrivati dopo la relazione pervenuta nelle scorse settimane all’autorità giudiziaria dai servizi sociali. L’adolescente è stata ascoltata in modalità protetta e con l’ausilio di una psicologa direttamente dal pubblico ministero titolare del fascicolo d’inchiesta, Emiliana Busto. La violenza si sarebbe consumata all’interno di un appartamento, in un momento in cui i due giovani si trovavano da soli in casa.
Secondo quanto ricostruito dal pm nel capo di imputazione a carico del giovane, il 18enne avrebbe indotto la nipote 13enne, in quel momento a lui affidata per ragioni di cura e custodia, a coricarsi nel suo letto (con la scusa di guardare un film insieme). Le avrebbe dapprima afferrato la mano per costringerla a praticargli un atto sessuale per poi strappare alla minorenne il pantalone del pigiama (acquisito agli atti dell’inchiesta), spogliarla e costringerla a subire un rapporto sessuale. La vittima ha dichiarato agli inquirenti di non aver denunciato l’accaduto ai suoi familiari più stretti per paura di non essere creduta o addirittura colpevolizzata, come già avvenuto quando aveva appena otto anni. E’ così che dal racconto della giovanissima vittima è ritornato alla luce quanto sarebbe accaduto nel 2018: in quella occasione il giovane, all’epoca dei fatti non ancora quattordicenne, avrebbe scaraventato la nipotina sul divano sfregando le sue parti intime sul corpo della bambina per mimare l’atto sessuale, fermandosi poi per l’inaspettato arrivo di alcuni familiari. “Mi diceva che era un gioco” ha dichiarato la 13enne. Ieri mattina l’indagato, rinchiuso in carcere, si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia, durante il quale ha scelto, almeno per ora, la strada del silenzio. Nel corso delle indagini – come evidenziato dal procuratore Francesco Curcio nel comunicato stampa diffuso per dare notizia dell’arresto del 18enne – sono state sentite anche le insegnanti con le quali l’adolescente aveva trovato il coraggio di confidarsi.