POTENZA- Nel dossier sui contratti di concessione a cui sta lavorando il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il leghista Giancarlo Giorgetti, le acque minerali, insieme alle centrali idroelettriche, secondo fonti di governo, hanno una corsia privilegiata. Un’iniziativa che mette il dito in un’antica piaga. Il mercato delle acque minerali da noi in Basilicata è fatto di 12 concessioni (oltre 722 ha di estensione) per un totale di 378 milioni di litri imbottigliati ogni anno che secondo un recente rapporto di Legambiente produce alle casse della Regione una cifra irrisoria. Tra componente fissa e variabile si aggira sotto il milione di euro. Con una legge regionale che fissa le modalità di scelta dei concessionari che risale al lontano 1996. E’ stato di recente il consigliere regionale Giannino Romaniello a risollevare il problema presentando un emendamento al Collegato alla legge di stabilità regionale 2017 relativo alle royalties incamerate dalla Regione dalle aziende di imbottigliamento delle acque minerali. In particolare, l’emendamento prevede l’obbligo, da parte della aziende, di pagare un importo più alto, pari ad 1,5 euro, per ogni mille litri imbottigliati in materiali diversi dalle bottiglie di vetro, a fronte dell’importo di 1 euro previsto per l’imbottigliamento in vetro.
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di Arturo Giglio