POTENZA- Dietro la caduta del centrosinistra per mano del centrodestra c’è anche la Coldiretti. Lo dice a chiare lettere Aldo Mattia, direttore dell’organizzazione lucana, che a “Caffè di Traverso” al microfono di Mariolina Notargiacomo ha spiegato le ragioni che hanno spinto l’associazione di rappresentanza agricola a interpretare la scorsa consultazione elettorale come una vera e propria vertenza sindacale. I ritardi accumulati dal governo uscente e nella fattispecie dal “cantastorie” Braia hanno contribuito e non poco a “far scendere in campo” la Coldiretti. Consumata questa fase, è tempo però di guardare al futuro. Per venerdì prossimo è indetta a Potenza nella piazza antistante il Comune, una manifestazione importante per evidenziare il vademecum di quello che in 100 giorni il nuovo assessore all’Agricoltura dovrà accingersi a fare. Che potrebbe essere proprio l’ex numero 1 di Coldiretti Quarto. Sono attesi in pieno centro storico 2mila imprenditori agricoli lucani e centinaia di trattori. Da tempo i dirigenti della federazione hanno messo su carta delle proposte per intervenire su una serie di criticità, chiedendo nuovi strumenti legislativi, uno sforzo riorganizzativo del Dipartimento regionale delle Politiche Forestali e la riduzione di “formalismi burocratici”. “Mentre i partiti erano immersi nella campagna elettorale noi abbiamo lavorato affinché il governo uscente uscisse per davvero. E’ stato un evento eccezionale, non agiremo in questo modo in vista delle prossime amministrative. Ora non sappiamo cosa attenderci, ma intanto una svolta c’è stata. Abbiamo vissuto un anno e mezzo di immobilismo – tuona il direttore di Coldiretti Basilicata – e ora che è finalmente cambiato il governo regionale contiamo che le problematiche da noi denunciate possano essere risolte nei primi 100 giorni”. Ma le sollecitazioni a Bardi non finiscono qui e lambiscono anche “Sala Verrastro”.
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di Michelangelo Russo