POTENZA – Sull’autonomia differenziata prosegue lo scontro politico di pari passo alla raccolta firme pro-referendum. In particolare dal Meeting di Rimini l’eurodeputato dem Stefano Bonaccini ha accentuato le divisioni interne al centrodestra, citando la posizione di Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, esponente di Forza Italia alla guida di una coalizione contraria alla legge Calderoli. Secondo Bonaccini l’obiettivo sarebbe quello di allargare il fronte del no interno alla maggioranza del governo Meloni, per provocare la fuoriuscita della Lega.
Poi l’ex presidente dell’Emilia Romagna ha chiamato in causa il governatore lucano Vito Bardi e la recente mancata approvazione nell’ambito del parlamentino di Basilicata, della mozione presentata dal centrodestra. Quasi a dire che la maggioranza bardiana avrebbe voluto bocciare il sì alla riforma leghista. Secca la replica di Bardi. “Ill fatto che non sia stata approvata la mozione -ha detto il lucano-è dipeso da un mero aspetto tecnico”.
Bardi da parte sua ha condiviso l’idea di Tajani, ovvero creare un osservatorio per monitorare i vari passaggi. La controreplica è arrivata da un altro esponente dem, il consigliere Pd Roberto Cifarelli.
“La mozione- dice Cifarelli- non è stata approvata per l’astensione di Azione. L’assenza dell’unico consigliere di Italia Viva, poi- conclude il consigliere del Pd- non autorizza Bardi ad autoattribuirsi quell’ipotetico voto”. Intanto sulla petizione sono state superate le 500.000 firme, l’obiettivo adesso è raggiungere il milione di sottoscrizioni.