POTENZA – Un’assenza che fa rumore. Trasformandosi nella più loquace delle risposte. Soprattutto da parte di chi ha fatto divenire i silenzi e le assenze il proprio modus operandi. Sei domande, con due minuti ciascuno per rispondere. Sarebbe dovuto essere un confronto tra i tre candidati alla carica di governatore in Basilicata, Vito Bardi per il centrodestra, Piero Marrese per il centrosinistra ed Eustachio Follia per la lista Volt, quello promosso giovedì sera da don Marcello Cozzi nella sede della Fondazione Interesse Uomo, ma si è trasformato in un’intervista all’unico presente: Piero Marrese.
Un incontro-dibattito sulle delicate e attuali tematiche che riguardano i fenomeni del sovraindebitamento e dell’usura in Basilicata che don Marcello, presidente della Fondazione e da sempre impegnato nella lotta a tali fenomeni, ha pensato di organizzare da subito, sin dal giorno dopo la presentazione delle liste. Immaginando di avviare una discussione su quelle che rappresentano due grandi piaghe per la Basilicata con i candidati alla carica di presidente della regione, per capire in che modo avrebbero inteso affrontare la questione.
FOLLIA ASSENTE, BARDI NON PERVENUTO
Alla chiamata al confronto della Fondazione Interesse Uomo, la risposta di Bardi, inutile dirlo, non è mai pervenuta. Eustachio Follia aveva detto sì, salvo disdire un’ora prima dell’appuntamento. Piero Marrese ha dato subito la sua disponibilità, senza sottrarsi al “confronto” – a voler continuare a chiamarlo così – neanche dopo aver appreso dell’assenza dei suoi avversari. Dopo aver già disertato, soltanto il giorno prima, un altro incontro, la tavola rotonda promossa dal Forum nazionale delle associazioni familiari di Basilicata, l’attuale governatore Vito Bardi continua dunque a sfuggire ai confronti. Esattamente come ha fatto negli ultimi cinque anni, durante i quali è stato un perfetto sconosciuto in questa regione. E non solo perché l’ha governata anche a centinaia di chilometri di distanza, continuando a tornare nella sua Napoli non appena possibile.
Non si può certo dimenticare, ad esempio, la sua avversione nei confronti delle conferenze stampa di fine anno. Così come la sua abilità nel sottrarsi a domande e spiegazioni di ogni tipo. Uno sfuggire a tutto e a tutti, chiudendosi in una comunicazione e in una politica unilaterali, scadute troppo spesso in mera propaganda, in avvisi e in leggerezze che un presidente di regione non può permettersi. Un eclissarsi che non viene meno neppure quando in oggetto ci sono temi di una certa rilevanza per la nostra regione. Al punto che la sua assenza non sorprende neanche più. Anzi, per don Marcello parla da sola.
L’ASSENZA DI BARDI AL CONFRONTO NON STUPISCE DON MARCELLO
“Non mi meraviglia l’assenza del governatore Bardi – ha dichiarato don Marcello – perché è in linea con quanto abbiamo registrato in questi cinque anni, durante i quali non lo abbiamo mai visto. È l’unico presidente di regione che in tanti anni di attività con la fondazione antiusura io non ho mai conosciuto di persona e questo mi fa davvero molto riflettere – ha spiegato -. Mi chiedo quali interessi, quali preoccupazioni abbia avuto l’attuale governatore della Basilicata per questi temi in questi anni e, alla luce di questo, quali ne potrà avere prossimamente. I presidenti di regione sono i nostri interlocutori principali e chi si candida a un ruolo così importante deve mettere la testa su temi del genere. Non ho la pretesa che questo sia l’unico luogo dove affrontare queste tematiche, ma ci avrebbe fatto piacere”.
RAGION PER CUI DISPIACE ANCHE LA MANCANZA DI FOLLIA
“Per noi un confronto tra i candidati alla presenza della regione su temi importanti per la tenuta sociale del territorio, soprattutto in un momento come questo nel quale ci si sta preparando ad una nuova tornata elettorale, era fondamentale – ha continuato don Marcello -. Dispiace che due di questi candidati non si presentino, e penso che questo ci debba fare molto riflettere. Per noi era importante capire da loro come affronterebbero il problema – ha proseguito – e non mi riferisco solo all’usura, ma al sovraindebitamento. Viviamo – ha spiegato – un momento di crisi sociale ed economica non indifferente. Sarebbe bello e interessante che la politica ci dicesse cosa intende fare per i tanti e per le tante famiglie che non riescono ad arrivare alla fine neanche del mese, ma della settimana, o per quanti vedono le loro case andare all’asta”.
E a dirlo è chi si è sempre speso in prima persona, non solo per combattere le piaghe di un fenomeno sommerso e di stringente attualità, ma anche per l’intero benessere della Basilicata e dei suoi abitanti. Facendo proprio quello che dovrebbe fare la politica: prendere a cuore le sorti dei cittadini. Perché non ci può essere politica senza amore per la propria regione e per i propri cittadini. E avere a cuore la Basilicata e i suoi abitanti significa prendersene cura in toto, metterli al primo posto. Sempre e ad ogni costo. Farlo ascoltando i loro bisogni e attuando politiche di protezione a favore delle categorie più vulnerabili. Un compito arduo, che spetta alla classe dirigente più di tutti.
LA POLITICA AL SERVIZIO DEI CITTADINI
“Penso che la politica debba dare risposte – ha spiegato don Marcello – e penso che la risposta da dare sia proprio alle esigenze quotidiane delle persone: cosa significa per le persone vivere indebitati perché i redditi sono sempre più bassi. Se non è la politica che dà risposte e che progetta interventi mi chiedo chi lo possa fare. Noi siamo qui – ha spiegato – per supportare, c’è la legge 108/96 che ci permette di intervenire economicamente, ma sono interventi palliativi. Significa soltanto mettere cerotti sulle ferite. Ma c’è un sistema – ha concluso – che crea queste ferite, e chi dovrebbe proporre soluzioni è la politica”. Ne è convinto anche l’unico candidato presentatosi al “confronto”, Piero Marrese.
L’IMPORTANZA DEL CONFRONTO
“La politica deve aprire sempre il dialogo con i cittadini – ha sostenuto Marrese – e deve dare maggiori garanzie e attenzione a problemi serissimi che riguardano i nostri territori. Così si può far bene il lavoro di amministratore e, soprattutto – ha spiegato -, la guida deve essere quella del buon padre di famiglia. Purtroppo sono tante le famiglie in crisi; i casi di sovraindebitamento e usura sul nostro territorio sono troppi e in molti di questi purtroppo si registrano situazioni in cui si arriva a gesti estremi.
Bisogna reagire con forza – ha proseguito -, far sì che le norme esistenti vengano applicate e che le risorse stanziate vengono utilizzate bene, attraverso una programmazione, ascoltando le indicazioni degli osservatori, perché solo il dialogo tra istituzioni e associazioni può permettere di avere una direzione seria che guardi realmente al territorio e alle esigenze dei cittadini, e che dia le risposte necessarie per aiutare chi si trova coinvolto in situazioni di questo tipo ed evitare che altri possano entrarvi.
Dispiace – prosegue Marrese – sapere che gli altri due candidati non abbiano dato la loro disponibilità, io l’ho data perché credo fortemente non solo nel dialogo, ma anche nel fatto che questi temi che riguardano la vita dei nostri cittadini siano importanti, e bisogna occuparsene. Incontri come quello di oggi – ha concluso – sono momenti di ascolto e confronto preziosissimi, anche per poter indirizzare meglio l’azione amministrativa e farlo guardando negli occhi le famiglie in difficoltà, sapendo di aver dato il massimo e di aver creato le condizioni per evitare criticità”.
UN SILENZIO LOQUACE
Lo dicevamo all’inizio, se quella di Follia è un’assenza dell’ultima ora, quella di Bardi, insieme al silenzio che la circonda, è già una risposta. Del resto da chi le sorti e la salute dei lucani non le ha avute a cuore nemmeno nel periodo più buio, non riuscendo a dedicare neanche un minuto alla lettura di un semplice avviso per capire quali fossero le categorie aventi realmente diritto in via prioritaria alla somministrazione del vaccino anti Covid, chiamando poi, per salvarsi la faccia, “furbetti” quanti avevano dato ascolto alle sue parole, forse non ci si può aspettare molto. Anzi, a volersi sforzare a trovare per forza il lato positivo, c’è da dire che bisogna apprezzarne la coerenza. Continuare sulla linea dell’assenteismo in piena campagna elettorale, e a una settimana dal voto, non è da tutti.
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