POTENZA- Anche la Basilicata guarda con attenzione a quanto sta accadendo a quello che Mario Tozzi, noto geologo del piccolo schermo, ha definito come il “supervulcano d’Italia”: i Campi flegrei, in piena crisi bradisismica. In pratica quello che si sta verificando in una vasta area a ovest di Napoli e del suo golfo – dove come in un “pentolone sotterraneo in ebollizione” sono presenti 29 vulcani e centri eruttivi sommersi dal cemento – è la costante deformazione del suolo che comporta fasi di lento abbassamento alternate a fasi di sollevamento più rapido. L’area flegrea comprende i comuni di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Marano, Bacoli e Monte di Procida.
Una situazione monitorata costantemente dalla Protezione civile nazionale e dal Governo centrale che ieri ha riunito la cabina di regia a Palazzo Chigi. Da settimane in via cautelativa, è stato predisposto un Piano di emergenza per evacuare la popolazione coinvolta. Nell’estrema ipotesi e sole se dovessero verificarsi fenomeni involutivi. Si tratta di “evacuare” mezzo milione di persone, all’incirca seicentomila cittadini residenti in Campania. il Piano che interesserà tutte le regioni, compresa la Basilicata, come ci ha spiegato l’ingegner Guido Loperte dell’Ufficio di Protezione civile del dipartimento Uffici speciali di Presidenza della Regione Basilicata.
“Il Piano di Protezione civile nazionale – ha spiegato Loperte- prevede una serie di gemellaggi. Ogni Regione è gemellata con un Comune interessato dal fenomeno sismico in atto. La Regione Basilicata è gemellata con il Comune di Napoli, in particolare con municipalità di Bagnoli condividendone la popolazione con la Regione Calabria. La Basilicata in caso di attivazione del piano, dovrebbe ospitare 10mila persone. In relazione alla gestione dell’accoglienza a queste persone è stato realizzato uno specifico Piano di emergenza regionale, di recente approvato dalla giunta lucana”.
Maggiori dettagli nell’edizione cartacea de La Nuova del Sud di oggi, giovedì 23 maggio