
POTENZA – “Presa in giro fino alla fine. Hanno riaperto la chiesa in una città deserta, quando non c’eravamo. E’ stato come ricevere un pugno allo stomaco”. Non solo il dolore per aver perso una figlia, per le coperture e i silenzi che hanno fatto da sfondo all’omicidio di Elisa Claps, la ragazza di Potenza uccisa il 12 settembre del 1993 da Danilo Restivo, rimasto impunito per 17 anni (accusato in un primo momento solo di falsa testimonianza) ma soprattutto libero di commettere uno, o forse altri due femminicidi. C’è anche la rabbia, l’avvilimento per le modalità con cui quel luogo di fede, la chiesa della Trinità di Potenza – nel cui sottotetto Elisa ha trovato la morte e dove il suo corpo è rimasto occultato per 17 anni – , ha riaperto le porte ai fedeli. In un giorno d’estate, in una Potenza semivuota, a poche settimane dal trentennale dell’assassinio di quella ragazza, la cui vita è stata stroncata nel fiore della gioventù. Una studentessa con tanti sogni nel cassetto e una famiglia che adorava e da cui era a sua volta molto amata.
Accanto al figlio Gildo, durante l’ultima puntata di “Chi l’ha vitso”, Filomena ha invitato i cittadini a ricordare cosa è accaduto a sua figlia tra le mura di quella chiesa. “Tutte le persone che vorranno entrarvi – ha ribadito la donna – devono farlo in punta di piedi e io assicuro loro che avranno la mia benedizione. Ci tengo a dirlo, come tengo a chiedere a tutte loro di non indugiare guardando in alto, dove si trova il sottotetto nel quale il corpo di Elisa è rimasto nascosto per anni e anni. In un luogo sporco, buio. Tutti quelli che vi entreranno che pensano di fare? Di visitare un museo degli orrori? Perchè di questo si tratta”. “Chiedo a tutti di guardare in basso, perché su quel pavimento vi sono ancora le tracce del sangue di una ragazzina innocente di 16 anni”. E ancora, “Io fermai don Mimì dopo qualche settimana dalla scomparsa di Elisa. E gli chiesi di aiutarmi. Lui mi disse ‘Non conoscevo Elisa e non conosco Danilo’. E così capii cosa era successo. Neanche l’acido muriatico potrà pulire quelle mura”, ha poi concluso la signora Iemma