SENISE – Un gesto di vicinanza alla famiglia di Luca Ventre per dare un concreto sostegno alla loro battaglia e chiedere verità e giustizia sulla morte del 35enne imprenditore originario di Senise, deceduto il giorno di Capodanno a Montevideo, in Uruguay, dopo essersi introdotto all’interno dell’ambasciata italiana per chiedere aiuto.

L’Anpi Basilicata, l’Arci Basilicata, i Giovani Democratici Basilicata, il Presidio di Libera del Metapontino, l’Associazione “Giuseppe Tedeschi” e diversi cittadini lucani hanno condiviso l’esigenza di unire la propria voce a quella di Palma, la mamma di Luca, ed invitano altre associazioni, movimenti, istituzioni e organizzazioni, a fare altrettanto per intensificare le pressioni sulle Autorità italiane e uruguayane per far fare chiarezza sulla vicenda.

Sono molteplici i punti ancora da chiarire e due le inchieste aperte sulla morte di Luca: la prima in Uruguay, la seconda a Roma. I magistrati sudamericani propendono per l’ipotesi che la morte del 35enne di Senise sia avvenuta in seguito ad un mix di droga e farmaci dopo il ricovero in ospedale, mentre in Italia si indaga per omicidio preterintenzionale. Dopo aver scavalcato la recinzione dell’ambasciata, Luca Ventre era stato bloccato e immobilizzato a terra per diversi minuti dalla sicurezza.

Per i familiari, quindi, il 35enne sarebbe morto asfissiato e arrivato privo di vita in ospedale. Ipotesi avallata dal video che mostra l’arrivo di Luca Ventre in ospedale, posizionato su una sedia a rotelle ma senza dare alcun segno di vita, con la testa completamente all’indietro. Dopo il rientro della salma in Italia sarà nuovamente effettuata l’autopsia sul corpo di Luca Ventre, come fortemente richiesto dai familiari.