POTENZA – L’ex sindaco Gammone risponde per oltre due ore alle domande, gli altri decidono di restare in silenzio.
Si può sintetizzare così l’esito della prima tornata di interrogatori di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sui presunti bandi truccati al Comune di Venosa e le pratiche edilizie rilasciate dal distaccamento di Melfi dell’Ufficio del Suolo della Regione Basilicata: ieri mattina, davanti al gip Rosa Maria Verrastro ed ai pubblici ministeri Antonio D’Antona e Paolo Mandurino, oltre all’ex primo cittadino della città di Orazio, il dirigente e un dipendente dell’ufficio tecnico comunale, Antonio Cacosso e Emanuele Lichinchi, il funzionario dell’Ufficio regionale per la difesa del suolo, Nicola Calabrese, e un architetto e un ingegnere, Andrea Luciano Calabrese e l’ingegnere Mario De Feudis. Assistito dagli avvocati Bellasalma e Siniscalchi, Gammone ha risposto a tutte le domande: ”Il nostro assistito – hanno evidenziato i due legali – ha risposto esaurientemente a tutte le domande e chiarito la vicenda che lo vede coinvolto. Per quanto riguarda le esigenze cautelari, inoltre, Gammone ha sottolineato che oltre a non ricoprire più la carica di sindaco, non riveste nemmeno quella di dirigente del Partito Democratico. Ha inoltre chiesto al giudice un permesso per lavorare”.
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di Fabrizio Di Vito