POTENZA – Le polemiche sull’elezione al Consorzio di Bonifica sono ancora calde e ad irrompere nella vicenda interviene la Corte Costituzionale che con sentenza (la n.160) depositata il 6 giugno (si è avuto notizia solo ieri) dichiara “l’illegittimità costituzionale dell’art. 33, comma 1, della legge della Regione Basilicata 11 gennaio 2017, n. 1 (Nuova disciplina in materia di bonifica integrale, irrigazione e tutela del territorio)”. La suprema Corte nel dispositivo di sentenza, inoltre, dichiara la “manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’art. 33, (limitatamente ai commi 2, 3 e 4), della LR n. 1 del 2017, sollevata, in riferimento agli artt. 41, 42 e 43 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale per la Basilicata con propria ordinanza”; “non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli artt. 2, 31 e 32 della stessa legge regionale, sollevate sempre dal Tar”. Una decisione che al di là del linguaggio giuridico ha un chiaro significato: la Regione deve riscrivere la legge sul Consorzio unico. E’ tutto da rifare.
Approfondimenti sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”