POTENZA – La data cerchiata in rosso per la Basilicata è quella del 7 ottobre. L’aula della Camera comincerà l’esame della proposta di legge costituzionale sul taglio dei parlamentari con la discussione generale. Si tratta della quarta ed ultima lettura parlamentare del testo. Il programma della maggioranza giallo-rossa lo ha inserito tra le priorità temporali mettendo in agenda anche la riforma elettorale: un combinato disposto – referendum sul “Popolarellum” permettendo – che potrebbe condurre a una delegittimazione delle attuali Camere o spingere ad un ritorno ravvicinato alle urne. La riforma del taglio dei parlamentari prevede, in base al testo, che a Palazzo Madama ci saranno 115 senatori in meno, passando dagli attuali 315 a 200; di questi quelli eletti all’estero saranno 4 e non più 6, ed i senatori a vita potranno essere al massimo cinque. Alla Camera, invece il taglio sarà ancora più pesante: i deputati scenderanno da 630 a 400. Il taglio è pari al 36,5 per cento del numero attuale dei parlamentari, passando da 945 a 600. La riforma, però, avrà importanti riflessi sulla rappresentatività territoriale anche perché la riduzione influisce in alcuni casi anche in modo decisivo sul numero dei parlamentari delle singole regioni. Ovviamente la variazione percentuale è simile ma non uguale per tutte le regioni. Per la Basilicata, ad esempio, vorrebbe dire passare dagli attuali 13 a soli 7 parlamentari. Di fatto un dimezzamento. I senatori lucani, infatti, verrebbero tagliati da 7 a 3 (con una percentuale del 57,1% – contro una media del 36,5 – che, insieme all’Umbria, non ha eguali per nessun’altra regione), i deputati da 6 a 4. Con conseguenze facilmente intuibili.
di Celestino Benedetto