MELFI – Non si tratta di coronavirus. La morte di un 70enne cinese avvenuta all’ospedale di Melfi, presso cui era stato ricoverato nella mattinata di lunedì, è stata nuovamente accompagnata da un’ondata di psicosi, questa volta nella comunità federiciana.
Tutto è rientrato soltanto ieri nel primo pomeriggio, quando una nota ufficiale della task force regionale istituita nelle settimane scorse ha fatto chiarezza sulle cause del decesso. Nelle ore immediatamente precedenti, invece, a Melfi non si parlava di altro.

Quella fulminea notizia che si era diffusa nella città, ha ingenerato un fitto passa-parola, che con l’eco dei social, ha rapidamente varcato i confini del territorio melfese. L’approdo su facebook, con la spinta di “megafoni pseudo informativi”, ha fatto il resto. Addirittura, nella tarda serata di lunedì erano circolate voci circa la chiusura del pronto soccorso del presidio ospedaliero San Giovanni Di Dio per isolare il presunto Coronavirus. “Hanno sigillato la sala”. Poi prontamente smentite e senza alcun fondamento di verità. In mattinata sono intervenuti sia il sindaco di Melfi Livio Valvano, sia il direttore regionale del dipartimento Politiche della persona Ernesto Esposito – in rappresentanza della task force costituita con il compito di definire le procedure per gestire eventuali casi di contagio da nuovo Coronavirus a livello regionale -, che l’assessore al ramo Rocco Leone per tranquillizzare la vasta comunità del Vulture e fugare dubbi e timori legittimi tra quanti, allarmati, avevano associato imprudentemente le complicanze insorte durante il ricovero del signore ai sintomi di cui sentiamo parlare da mesi in tv.
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di Michelangelo Russo