POTENZA- Cure rapide e test immunologici a tappeto. E’ la “cura” che il professore Mario Capunzo – ordinario di Igiene alla facoltà di medicina di Salerno, specialista di Igiene e Medicina preventiva, promotore di alcuni studi sul contenimento del Coronavirus, sui suoi effetti sociali, sanitari ed economici-prescriverebbe per la gestione dell’emergenza Covid-19 in Basilicata.
“Avete la fortuna di essere in pochi e di avere numeri bassi nel contagio”. Sull’immediatezza delle cure: “Bisogna aggredirlo il virus non lasciarsi sopraffare, prima si interviene prima si evitano complicanze, la terapia intensiva e la morte”.

Il professore è stato tra i promotori dell’istituzione della facoltà di Medicina in Basilicata , perorando la causa presso l’allora ministro Bussetti insieme al Movimento Culturale “Lavoro e sviluppo per la Basilicata”presieduto da Donato Covella. “Quella facoltà oggi avrebbe significato molto”. Tra un esame in video conferenza e l’altro il professore si è ritagliato un momento per analizzare la situazione lucana.
Professore lei ha sempre avuto un occhio di riguardo per a nostra Regione. Provando ad analizzare quello che si sta facendo per contenere il Covid-19 cosa consiglierebbe di fare. Cosa si sente di suggerire?
“I tamponi che sono stati fatti in Basilicata sono pochi, bisognerebbe aumentare il ritmo, tra l’altro la vostra Regione ha pochi abitanti e sarebbe opportuno fare a tutti quanti il test per la ricerca degli anticorpi per verificare quali e quanti soggetti sono stati già infettati, chi ha l’infezione in corso e sui positivi effettuare subito il tamponi. In questa maniera si ha un quadro generale completo che permette di ridurre al minimo altri contagi. Se si fa questo, se si mettono a disposizione mascherine protettive per tutta la popolazione della Basilicata sicuramente riuscirete ad uscirne prima e meglio. Riprendendo un’attività di vita normale. Non ci sono grossi numeri dei contagiati, però siete fermi come tutte le altre regioni. I danni economici e sociali sono gli stessi che ci saranno altrove. Non riflettono la gravità della diffusione locale del virus. Se si mettono in atto queste direttive, si riducono ancora di più i numeri stabilizzando lo zero contagi nel tempo. E sarà poi possibile puntare ad una ripresa della vita il prima possibile”.
L’intervista integrale sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”
di Mara Risola