Crisi Stellantis. Politica “ostacolo” per il futuro dello stabilimento di Melfi. Oggi a Roma tavolo nazionale con i vertici del gruppo

MELFI – L’adesione allo sciopero, secondo i sindacati, è stata quasi totale. Ed è un elemento che non può sfuggire alla stessa Stellantis. Intanto nella protesta di ieri- condiviso da Uilm, Fismic, Uglm, Fim Cisl e Fiom Cgil- i sindacati lucani hanno puntato il dito contro la politica nazionale e regionale incapace, finora, di chiudere e far camminare un accordo – che pure già c’è – a tutela del sito automotive di Melfi. «Il tavolo convocato dal ministro Urso, anziché aiutarci a chiarire il destino dell’area industriale di Melfi, incredibilmente si sta rivelando di impedimento – attacca infatti la Uilm di Basilicata».


E mentre lo sciopero dei sindacati firmatari degli accordi con Stellantis ha messo al centro soprattutto la garanzia di quest’ultimi, a iniziare dal quinto modello e da nomi, volumi e tempi anche degli altri quattro, la Fiom è andata all’attacco anche sul tema delle condizioni di lavoro. «L’efficienza – dicono dal sindacato- non si fa sulla vita dei lavoratori. La situazione è diventata insostenibile. I carichi di lavoro sono massacranti. Si riducono i lavoratori sulle linee ma allo stesso tempo sono 1.200 gli incentivi all’esodo e 1.300 le trasferte». Da qui la richiesta di un «incontro urgente» a Bardi e all’assessore Casino fitmata da tutti i sindacati. Ma a conferma che le imprese non possono aspettare i tempi della politica, che non camminano di pari passo con il mondo e la velocità dei mercati, ieri sera Stellantis ha deciso di fare da sé. Sindacati nazionali convocati per oggi pomeriggio alle 17 a Roma. La politica può stare a guardare.