POLICORO – Droga, armi e un controllo asfissiante del territorio da ottenere anche mettendo in conto l’ipotesi di arrivare allo scontro con chi all’epoca controllava simili traffici illeciti. Ecco come la ‘ndrangheta, e in particolar modo la cosca Pisano di Rosarno, si sarebbe presa una buona fetta del Metapontino, andandosi ad inserire con forza in un contesto criminale già caratterizzato dalla presenza di sodalizi locali riconosciuti come promanazioni della criminalità organizzata calabrese.

Scenario che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria che ha portato complessivamente a 49 arresti (alcuni dei quali eseguiti proprio in Basilicata) nell’ambito di molteplici attività illecite contestate ai presunti appartenenti alla cosiddetta cosca Pisano, ribattezzati i “Diavoli” di Rosarno. Scanzano Jonico e Policoro, le due città della costa jonica lucana già alle prese da anni con la contrapposizione tra i sodalizi capeggiati rispettivamente dall’ex carabiniere Gerardo Schettino e dal tarantino Salvatore Scarcia, da diversi anni sarebbero diventate baricentriche anche per tanti interessi illeciti della ‘ndrangheta.

La figura centrale in questo scenario, secondo quanto emerso dall’operazione “Faust”, è quella di Giuseppe Pace, ritenuto esponente di spicco della cosca Pisano, trasferitosi dalla Campania alla Basilicata all’inizio del 2018 proprio per “riorganizzare la locale mafiosa di Policoro-Scanzano”. Nella città jonica, secondo la Dda reggina, Pace avrebbe avviato “un nuovo fiorente traffico di sostanze stupefacenti”.

In Basilicata sarebbe arrivata tanta droga dal porto di Gioia Tauro, ma non si trascurava la coltivazione indigena con la collocazione di estese piantagioni di marijuana. A fare da supporto a Pace dopo il suo arrivo a Policoro, soprattutto per l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, sarebbe stato il 31enne Domenico Marino, a sua volta finito in carcere insieme a Salvatore Scarcia. L’obiettivo della cosca Pisano era quello di isolare il clan capeggiato dall’ex carabiniere Gerardo Schettino con base logistica a Scanzano e molto attivo nello spaccio di droga e nel racket ai danni degli imprenditori agricoli della zona.