POTENZA – Sono due distinti sodalizi a caratterizzare la vasta rete di spaccio sgominata nei giorni scorsi tra Potenza, Tito, Avigliano e Pietragalla. È quanto emerge dall’ordinanza del gip riguardo all’operazione “All’ombra della torre”, che ha portato nei giorni scorsi all’esecuzione di 42 provvedimenti. Nello specifico sono state emesse 20 custodie cautelari in carcere, insieme a 13 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora nel comune di residenza.
Dai soldi facili alle corse sfrenate in Bmw, fino al riciclaggio dei proventi, in un quadro in cui trovano piena delineazione i modelli negativi che monopolizzano il mondo dei social. E il giro d’affari era davvero considerevole. Dall’ordinanza del gip emerge infatti che i due sodalizi in poco più di tre anni, senza fermarsi nemmeno di fronte al lockdown per l’emergenza Covid, avrebbero trattato circa 44 chilogrammi tra hashish e marijuana e 250 grammi di cocaina. Vendendoli anche a minorenni.
Le indagini stanno proseguendo: finora sono stati sentiti gli indagati in carcere, mentre da domani toccherà alle 13 persone finite agli arresti domiciliari. Intanto la Dda di Potenza afferma di aver sgominato due distinti sodalizi nell’ambito dell’operazione che ha riguardato Potenza e gli altri comuni dell’hinterland. A capo di entrambi i sodalizi dediti al traffico e allo spaccio di stupefacenti ci sarebbero due giovanissimi lucani di età compresa tra i 22 e i 26 anni.
Due giovanissimi lucani a capeggiare i sodalizi nella rete di spaccio
Ci sono dunque due sodalizi nella rete di spaccio sgominata a Potenza nell’inchiesta denominata “All’ombra della torre”. A capeggiare entrambi i sodalizi sarebbero due giovanissimi ragazzi lucani. Uno dei due gruppi dediti al traffico e allo spaccio di stupefacenti nel Potentino sarebbe stato capeggiato da un 22enne di Avigliano, Antonello Sabia. In una intercettazione captata dagli inquirenti nel febbraio del 2021 il giovane raccontava ad un amico che gli affari andavano decisamente bene. Ed è lo stesso Sabia a svelare un primo canale di “riciclaggio”, attraverso un sito di scommesse online.
Mentre a capeggiare il secondo sodalizio, con base operativa maggiormente focalizzata su Tito, dove lo spaccio avveniva principalmente presso una villa pubblica, sarebbe un 26enne del posto, Paolo Giuzio. Il gruppo, secondo le indagini della Dda potentina, si sarebbe rifornito decine di volte di sostanza stupefacente presso la zona di Cerignola.