POTENZA- La volontà è quella di riaccomodarsi quanto prima al tavolo con la compagnia del cane a sei zampe e di non piegare la testa sulle compensazioni. Soprattutto in considerazione del fatto che le garanzie ottenute nel frattempo da Total per la concessione Tempa Rossa, non hanno trovato simile riscontro nell’atteggiamento dell’Eni, tanto da spingere l’esecutivo regionale a dubitare dell’atteggiamento della Shell, doppiamente coinvolta nella partita. E intanto in Val d’Agri, scaduti i termini temporali della concessione- come previsto dalla legge Monti- si continua a pompare petrolio dai pozzi in regime di proroga senza uno straccio di accordo sui risarcimenti ambientali. E così l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa, ieri ha chiamato a raccolta non solo la stampa ma una buona rappresentanza di consiglieri della maggioranza in Consiglio e parte della giunta per replicare in massa agli attacchi del centrosinistra, dei sindacati e delle associazioni ambientaliste. Per mostrarsi compatti e uniti di fronte l’opinione pubblica infervorata dallo stop della trattativa. C’era Rosa a guidare la maggioranza e non c’era il presidente Vito Bardi, impegnato a Roma per questioni legate all’avvio della nuova fase in Fca e probabilmente anche per fare pressing sul governo nazionale per riaprire la trattativa con Eni. Una questione che ha infiammato la polemica politica nei giorni scorsi, stimolata dal confronto con i vertici della società, arenatosi qualche settimana fa proprio sulle compensazioni. Una cifra che nelle scorse annualità si aggirava intorno ai 9 milioni di euro e che ai vertici della nuova Viale Verrastro targata centrodestra, deve essere sembrata irrisoria, tanto da averli spinti a far saltare la trattativa. Un tavolo bloccato sul quale la giunta è stata accusata di essere arrivata in ritardo all’appuntamento con il rinnovo della concessione.
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di Mara Risola