Fca, 25 anni in Basilicata: confermati gli investimenti. “Ma servono infrastrutture”

MELFI- L’imprinting lo ha trasferito Sergio Marchionne. Che nel percorso di ascesa della Fiat non ha esitato, tenendo fede a quello che era il suo progetto di ripresa, a troncare le interlocuzioni – specie quando queste si trasformavano in ingerenze – con una buona fetta di mondo che girava intorno al sistema produttivo italiano. A cominciare dai sindacati e a finire con Confindustria, passando per il governo centrale. Lui, che ha voluto guardare oltre, misurandosi con le dinamiche di mercato – prima europee e poi mondiali – ha riconsegnato al Paese una realtà che oggi avrebbe rappresentato un bel ricordo, appartenente alla storia dell’industria manifatturiera. Di pagine, invece, se ne stanno scrivendo altre e si continuerà a farlo. Le premesse ci sono: come testimoniato ieri nello stabilimento industriale Fca di Melfi. Alla ex Sata si sono svolte le celebrazioni per i 25 anni dalla nascita dell’industria lucana. Oggi fiore all’occhiello del comparto dell’automotive in Emea, secondo stabilimento per dimensioni e, soprattutto, per l’avanzamento tecnologico al quale il gruppo torinese ha voluto guardare in ogni passo consumato in questi anni e culminato, per ora, nella realizzazione della Melfi Plant Academy. Una intuizione, senza dubbi, acuta che a differenza di quanto si possa immaginare parlando di innovazione, vede direttamente coinvolti i dipendenti dello stabilimento in un processo formativo e organizzativo sempre rinnovato.

 

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di Mariolina Notargiacomo