MATERA – Una giunta fatta di competenze dove il peso della “spartizione” tra le forze partitiche nell’ambito della coalizione che ha vinto le elezioni, potrebbe avere un valore secondario rispetto alla qualità degli esponenti che siederanno tra i banchi del governo cittadino. Qualità non quantità, è il principio che sta guidando il neo sindaco di Matera nella formazione della sua squadra di assessori anche alla luce dell’importanza strategica che la Città dei Sassi sta assumendo per il governo nazionale, come testimoniato dall’impegno di ministri, viceministri e sottosegretari del M5stelle che, nei giorni scorsi, guidati da Di Maio, hanno preso parte ad un tavolo tecnico-politico con il nuovo sindaco.

Domenico Bennardi sta infatti lavorando in questi giorni per portare a compimento un processo non facile e sicuramente coraggioso, ma che senza dubbio servirà a caratterizzare l’amministrazione di Matera per quel pizzico di innovazione e – se saranno fatte le scelte giuste (le persone giuste al posto giusto)- anche per lo spessore politico. Una scelta che non tutti avrebbero fatto al suo posto considerando le guerre intestine che solitamente, nella composizione delle giunte, si consumano all’interno e tra i partiti vincitori. Basti guardare a quello che sta succedendo in Regione in vista di un ipotetico rimpasto. Ma la scelta fatta da Bennardi andrebbe in tutt’altra direzione. Preferire ai consiglieri eletti, esponenti esterni, provenienti dalla società civile, esperti nelle materie oggetto della gestione amministrativa e in ultima istanza, indicati dalle forze della coalizione: Movimento 5 stelle, Volt, Psi e Verdi. Il tutto senza veti trasversali fissati da preconfezionati recinti politici. Per quanto riguarda la presidenza del Consiglio la logica dovrebbe essere quella di nominare presidente il più votato ma (…).
Maggiori dettagli nell’edizione cartacea de La Nuova del Sud di oggi, 15 ottobre 2020