POTENZA- Per chiudere il difficile puzzle sulla giunta regionale manca solo l’ultimo tassello: le deleghe ma soprattutto una riorganizzazione dei Dipartimenti. Una grana che ha tenuto banco nelle trattative degli ambienti di maggioranza, espressione dei partiti della coalizione di centrodestra nell’assise consiliare dopo l’insediamento di ieri l’altro. Una questione che il presidente della Regione, Vito Bardi, come ha dichiarato nel suo primo discorso in consiglio regionale, intende chiudere al più presto, nel giro di poco, oggi al massimo domani. Ma lo spettro che circola nelle stanze del Palazzo da qualche giorno, come qualche gufo della politica sta provando a tirare in ballo per mettere fretta alla nuova classe dirigente, è il rischio per Bardi di essere costretto ad emulare la stasi che sta bloccando l’attività di un altro presidente di centrodestra, eletto qualche settimana prima di Vito Bardi. Christian Solinas che a due mesi e mezzo dal voto, dopo un mese dall’insediamento, a margine di trattative su trattative e vertici incrociati, non è riuscito, nonostante, le promesse a chiudere il cerchio sull’esecutivo regionale. In Sardegna per ora resta una micro giunta regionale con cinque assessori su dodici. Una prospettiva che i detrattori del governo Bardi, immaginano possa materializzarsi anche in Basilicata. Per la verità nella nostra Regione la quadra sui profili dei 5 assessori, sembra essere dietro l’angolo. Magari con 12 assessorati probabilmente Bardi avrebbe avuto gli stessi problemi di Solinas. Fortunatamente in Basilicata sono solo 5.
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