Il clan Martorano-Stefanutti a processo: rito immediato per 37 imputati

Tribunale Potenza

POTENZA – Prenderà il via il prossimo 7 settembre il processo, con rito immediato, al clan Martorano-Stefanutti. Il gip del tribunale di Potenza, Lucio Setola, ha infatti accolto la richiesta avanzata dalla procura nei confronti dei 37 indagati che nello scorso mese di novembre furono raggiunti da una misura cautelare: ventotto erano finite in carcere e altre nove ai domiciliari. L’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso viene contestata ad una decina di imputati, tra i quali spiccano i nomi di Renato Martorano, considerato il principale esponente della ‘ndrangheta in Basilicata e Dorino Rocco Stefanutti, ritenuti i reggenti del sodalizio egemone a Potenza e dintorni anche grazie a sinergie con alcune delle ‘ndrine più pericolose della ‘ndrangheta calabrese.

Il blitz della Direzione distrettuale antimafia di Potenza, attraverso l’operazione denominata “Lucania Felix”, aveva permesso di ricostruire ben 15 anni di attività criminale del clan che, nonostante i numerosi blitz intercorsi negli anni precedenti, avrebbe continuato ad operare nel settore del traffico delle sostanze stupefacenti ma anche in altre numerose attività criminali come l’usura e le estorsioni. C’è poi un filone che riguarda le assunzioni presso la società che negli anni scorsi si occupava dei servizi di pulizia presso l’ospedale San Carlo di Potenza attraverso le quali il sodalizio avrebbe guadagnato una forte sfera di influenza e di credito sociale sul territorio: filone d’inchiesta che aveva portato ai domiciliari il segretario regionale della Uil-Tucs, Rocco Della Luna, ancora sottoposto al divieto di dimora in Basilicata. In totale gli indagati erano oltre 60: le posizioni di coloro che non erano stati raggiunti da misura sono state stralciate e nei loro confronti si procederà con l’udienza preliminare e l’eventuale rinvio a giudizio.