Il primo bicchiere già a 12 anni: dopo il lockdown sempre più giovani nella rete dell’alcolismo

POTENZA – “Sostegno alle persone in difficoltà, accompagnamento dei ragazzi vittime delle dipendenze, costituzione di una rete tra Istituzioni, associazioni e famiglie”: questo il percorso prospettato nell’ultima seduta della Sesta Commissione consiliare, sintetizzato dalla presidente Mary William. Nel corso dei lavori dell’organo consiliare, che tra le proprie competenze tratta anche provvedimenti inerenti alla qualità della vita, alla presenza dei membri della Commissione e del presidente del Consiglio comunale Francesco Cannizzaro, è stato ascoltato il presidente dell’Acat, associazione club alcologici territoriali del Potentino, Michele Tortorelli, che ha illustrato le finalità dell’associazione che si occupa prevalentemente di problemi alcolcorrelati e del disagio familiare, “nel quale viene coinvolto tutto il nucleo familiare”.

“E’ emerso come il lockdown – spiega la William – abbia acuito situazioni già critiche prima dell’inizio della pandemia, facendone emergere di nuove, e rendendo complessivamente la situazione molto difficile. L’angoscia crescente, l’incertezza del futuro, i lunghi periodi trascorsi tra le mura domestiche, hanno debilitato psicologicamente tanti e, i più fragili anagraficamente, i giovani e giovanissimi, hanno dovuto fare i conti, tra le altre dipendenze, con l’alcolismo e la ludopatia. Gioco d’azzardo, soprattutto on line, e abuso di alcol, hanno creato condizioni drammatiche nelle famiglie. Si è constatato un abbassamento dell’età media di quanti vivono queste tragiche esperienze, ragazzi dai 12 ai 18 anni, un aumento del numero delle ragazze e un alcolismo già purtoppo manifesto in persone con meno di 25 anni. Un malessere diffuso che non riguarda solo il protagonista di tali comportamenti, ma l’intera famiglia che si trova a doverli affrontare, costretta dagli eventi a cambiare il proprio stile di vita.

La commissione ha concordato sull’importanza di mettere in rete le diverse associazioni operanti nel settore, anche attraverso i centri d’ascolto, offrendo alla cittadinanza un supporto, al di fuori delle parrocchie con le quali già Acat collabora attivamente, grazie al quale offrire un sostegno nel percorso con il quale si provano a superare le criticità.