Il punto di vista di Nino Grasso – I paradossi di Api-Bas: gestisce il bonus gas per le famiglie ma a pagare il personale sono le imprese

Il punto di vista di Nino Grasso

di Nino Grasso

Sveliamo un piccolo “segreto”, al momento patrimonio di pochi. Nelle dieci aree industriali della provincia di Potenza, prima gestite dal Consorzio Asi in liquidazione, ed ora affidate alle “cure” – si fa per dire – di “Api Bas Spa”, i costi “condominiali” annuali sono passati da 600 mila ad oltre 1 milione e 200 mila euro. Il doppio. Ma nessuno se ne è accorto, a partire dalle associazioni di categoria che di solito hanno sempre gli occhi aperti sui “pacchi-sorpresa” fatti recapitare dal Palazzo di via Verrastro agli iscritti di Confindustria, Confapi, Confartigianato e Cna.

Il punto di vista di Nino Grasso - I paradossi di Api-Bas: gestisce il bonus gas per le famiglie ma a pagare il personale sono le imprese

La ragione di questa apparente distrazione è semplice.

Per ora (ma solo per ora), nessun privato ha sborsato un euro. Pur in presenza della delibera n. 264 approvata dalla giunta regionale il 5 maggio 2023, su proposta dell’allora assessore alle Attività Produttive, Alessandro Galella, di Fratelli d’Italia. E questo perché i soldi della gestione condominiale – determinati esattamente in 1.223.605 euro, tra cui 313.782 euro per costi del personale – li sta temporaneamente anticipando la Regione Basilicata per il tramite di Api-Bas, in forza di una specifica convenzione (allegata alla suddetta Dgr) firmata dal Dg delle Politiche di Sviluppo, Canio Alfieri Sabia, e dall’amministratore di “Aree Produttive Industriali Basilicata Spa”, Luigi Vergari.

Parliamo degli oneri legati alla manutenzione degli impianti elettrici e delle strade consortili. Compresi lo sfalcio dell’erba e la gestione delle reti delle sole acque bianche. Che nulla hanno a che vedere ovviamente con la depurazione, gli scarichi fognari e lo smaltimento dei fanghi industriali il cui servizio (pagato a consumo) è garantito da Acquedotto Lucano.

Per certi versi, dunque, la Regione sta facendo “carte false” – grazie appunto all’espediente amministrativo rappresentato dalla convenzione con Api-Bas – per non far gravare (per ora) sulle imprese gli oneri della gestione ordinaria.

Le ragioni sono due. Una di ordine politico. L’altra di natura tecnica. La prima: a pochi mesi dal voto per il rinnovo del Consiglio regionale, il centrodestra lucano teme di essere massacrato nel segreto dell’urna ove mai gli elettori scoprissero la più disarmante delle verità. E cioè che con una mano il generale Bardi e i suoi assessori stanno dispensando, con soldi pubblici rivenienti dalle royalty del petrolio e dalle compensazioni ambientali, “bonus” a gogò, sprecando decine di milioni di euro, sottratti ad altri investimenti produttivi. Con l’altra mano, invece, la stessa giunta Bardi ha di fatto aumentato (con la storia del «gas gratis») i costi posti a carico delle imprese della provincia di Potenza, mettendo così a repentaglio i posti di lavoro già esistenti. Oltre naturalmente a quelli che nessuno si premurerà di creare ex novo.

Però tutti tacciono. Pur in presenza, come dicevamo, della delibera 264 del 5 maggio 2023, nessuno finora ha parlato della Spada di Damocle – rappresentata dal raddoppio delle tariffe condominiali – che incombe sulla testa delle aziende insediate nelle aree industriali di Potenza, San Nicola di Melfi, Tito, Balvano, Baragiano, Valle di Vitalba, Isca Pantanelle, Alta Val D’Agri, Senise e Pescopagano.

A ben vedere – e ci piacerebbe sapere cosa ne pensano Confindustria e Confapi – siamo in presenza dell’ennesimo pastrocchio commesso dal governo regionale, guidato da Vito Bardi.

Per intanto, non si capisce perché pur avendo un’altra società in house deputata ad occuparsi specificamente di politiche energetiche (la “Sel Spa”, guidata dal leghista Luigi Modrone) la Regione Basilicata abbia affidato ad “Api-Bas” – che ha preso il posto dell’ex Consorzio industriale di Potenza – la gestione del bonus gas riservato alle sole famiglie e non anche alle imprese. E’ una decisione priva di senso. Ma soprattutto irresponsabilmente dannosa per le aziende. Si immagini, per esempio, che Stellantis dovrebbe pagare – ci hanno detto – qualcosa come 65 mila euro all’anno. A fronte dei 30 mila euro di prima, per servizi tutto sommato minimi. Come la prenderanno i francesi, che già stanno trasferendo altrove alcuni pezzi della produzione? E che diranno le aziende dell’indotto, ormai alla canna del gas?

E in ogni caso, è giusto, ci chiediamo, che gli oneri del personale di Api-Bas (parliamo di 22 persone, per un costo annuo, come detto, di 313.782 euro, tra cui i circa 14 mila euro destinati all’amministratore unico) ricadano sulla gestione condominiale delle dieci aree industriali? Ci piacerebbe avere una risposta da Luigi Vergari. O dall’attuale assessore regionale alle Attività Produttive, Michele Casino, se non dal suo predecessore (promotore della Dgr incriminata) Alessandro Galella.

E si badi bene: è vero che al momento le aziende non stanno sborsando un euro, in attesa del regolamento attuativo di Api-Bas.

Ma fino a quando Luigi Vergari potrà far finta di «dimenticarsene»? Anche perché nella convenzione che porta la sua firma e quella del Dg Canio Alfieri Sabia è scritto chiaramente (vedi articolo 9) che «la Regione corrisponderà nella forma di anticipazione ad Api-Bas Spa un corrispettivo annuo di gestione pari a euro 1.223.605, oltre Iva, che sarà rimborsato da Api-Bas all’esito dell’avvenuta rideterminazione e riscossione degli oneri di gestione a carico dei soggetti insediati».

Come si vede, non si sfugge. Prima o poi le aziende insediate nelle aree dell’ex Asi saranno chiamate a pagare. Arretrati compresi. E a quel punto c’è il rischio che qualche imprenditore decida di chiudere battenti in provincia di Potenza, per trasferirsi in aree dove i costi condominiali sono più bassi. Di qui la domanda: oltre a Confindustria e Confapi, nulla hanno da dire gli stessi sindacati, a partire da Cgil-Cisl-Uil e Usb? I cui rappresentanti proprio questa mattina, alle ore 12, incontreranno nella sede di Api-Bas il dott. Luigi Vergari per parlare di contratto integrativo e di un’altra grave “dimenticanza” dell’amministratore unico.

Vale a dire: la mancata erogazione agli ex dipendenti del Consorzio industriale in liquidazione del trattamento di fine rapporto lavoro.

Un altro obbrobrio, se solo si considera che Vergari, d’intesa con la Regione, non si è fatto scrupolo nelle scorse settimane di sborsare più di 100 mila euro per pagare i componenti del Comitato di sorveglianza (i quali non si sa su cosa abbiano “vigilato”, visto che la procedura di liquidazione è praticamente ferma), mentre i lavoratori da oltre un anno continuano a “pietire” il proprio Tfr. Che è peraltro un credito privilegiato. Da pagare sicuramente prima dell’onorario di un qualunque professionista. A partire da coloro i quali fanno parte del Comitato di sorveglianza.

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