“Licenziato perché positivo al Covid-19”. La Business Logistic non ci sta: ha messo a rischio azienda e colleghi

Licenziato perché risultato positivo al Covid-19. E’ quanto sarebbe accaduto ad un lavoratore della logistica della Fca Melfi Business: a darne notizia Giorgia Calamita, responsabile componentistica della Fiom Cgil Basilicata. “Questo episodio – afferma Calamita – è uno dei tanti che conferma il fatto che i lavoratori della logistica dell’area industriale di Melfi vivono condizioni di lavoro pessime che ledono la loro dignità.

Il sindacato chiede all’azienda di ritirare il provvedimento di licenziamento: “Il lavoratore – afferma Calamita – non può essere considerato colpevole perché contagiato dal virus durante le vacanze, in una località non dichiarata zona rossa e pertanto senza alcun obbligo di quarantena. Nei giorni in cui si è appresa la notizia della positività del lavoratore, inoltre, l’azienda si è dimostrata del tutto inadempiente, non coinvolgendo né sindacato né i lavoratori sulle modalità e misure di sicurezza previste dal protocollo da applicare per evitare il contagio degli altri lavoratori”.

La replica dell’azienda non si è però fatta attendere per una presa di posizione che viene definita “imbarazzante” e rispetto alla quale “si rendono necessarie doverose precisazioni”. “La Business Logistic – afferma il general manager Mario Walter Oliva – ha, da sempre, a cuore i diritti dei lavoratori e, proprio per tale ragione, ha provveduto al licenziamento di un operaio che, con il suo comportamento scellerato e sprezzante delle norme di prevenzione ha messo a serio rischio la tutela della salute all’interno dell’azienda e dell’intera comunità in cui opera”. “Lungi dall’aver licenziato un operaio ‘perché positivo al Covid’, la Business Logistic – continua Oliva – ha provveduto all’allontanamento di un dipendente che, di ritorno dalla Sardegna, ha falsamente dichiarato di non provenire da zone soggette a contagio, mentre tutti i media nazionali, da giorni, stavano diffondendo notizie di svariati focolai presenti proprio nelle zone di villeggiatura dell’impavido ragazzo. Quest’ultimo, poi, ometteva di dichiarare il contatto con persone affette dal Covid, malgrado i compagni con cui aveva condiviso la vacanza ed i mezzi di trasporto fossero quasi tutti risultati positivi”. “Vista la falsa dichiarazione, al rientro dalle ferie – sottolinea ancora il , il dipendente è stato ‘pericolosamente’ inserito nell’ambiente lavorativo, venendo a contatto con gli altri operai, esponendoli al rischio del contagio e costringendoli a sottoporsi al tampone mettendone a repentaglio la salute e la possibilità di lavorare regolarmente”. Dalla Fiom, scrive la Business Logistic, una “inutile guerriglia, scarso senso civico e indifferenza verso il diritto alla salute”.