Lavoro, Melfi monitora la trattativa tra Fca e Peugeot

MELFI – Sarà un’altra cotta estiva o qualcosa di più di un flirt? Nelle ultime ore un nuovo abboccamento tra il gruppo Fca e il gruppo francese Psa (Peugeot, Ds, Citroen e Opel) ha riacceso i mercati finanziari e una nota ufficiale sancisce la ripresa delle trattative. Il gruppo italoamericano resta molto abbottonato ma in fondo culla il sogno che fu già del compianto ad Sergio Marchionne. Del resto anche il Ceo Carlos Tavares, punta a portare Peugeot negli Usa dove il gruppo è inesistente, mentre Fca è una superpotenza con Jeep e con Ram, lo specialista dei pick-up che dominano il mercato nord-americano e spopolano in molte aree. Dal canto suo Fca, integrandosi con il gruppo transalpino (che ha salvato Opel dal fallimento) potrebbe porre fine al suo principale problema: l’assenza di piattaforme modulari (per costruire modelli diversi per taglia, brand e tipologia) e predisposte per l’elettrificazione, cioè per le auto elettriche ed ibride. Inoltre la fusione con Psa aprirebbe anche nuovi scenari nei mercati extra europei, Cina su tutti. Riflessi che chiaramente potranno avere ripercussioni anche sullo stabilimento lucano di San Nicola di Melfi dove a marzo 2020 partirà la produzione del nuovo modello Jeep Compass ed entro giugno entrerà in produzione anche il Renegade Phev, il primo modello ibrido plugin delle produzioni Fca. Noi abbiamo ascoltato a riguardo le tre principali sigle sindacali lucane, Fim, Fiom e Uilm. Tra i segretari, Gerardo Evangelista, Marco Lomio e Gaetano Ricotta trapela un cauto ottimismo sugli esiti dell’operazione.

 

Approfondimenti sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”

di Alessandro Panuccio