di Filippo Massaro*
Il consiglio comunale aperto sul futuro dell’ospedale di Villa d’Agri è stato un totale insuccesso per chi – sindaco di Marsicovetere e assessore regionale alla Salute primi fra tutti – sia pure con obiettivi diversi avrebbero voluto attestare impegno e attenzione al punto da essere molto contestato dalla popolazione per le incoerenze e l’incapacità di dare concrete risposte e, non le stucchevoli promesse elettorali. I vari interventi di cittadini hanno fatto emergere il disinteresse del potenziamento dei Reparti con l’imbarazzo della classe politica regionale che non ha saputo dare concrete risposte alla reale situazione secondo un disegno strategico che vede sempre più ridurre servizi e prestazioni per la comunità della valle. Non può certamente bastare l’unico argomento ripetitivo della classe politica e del sindaco Cantiani (probabile candidato del Pd o lista apparentata alle prossime elezioni Regionali) quello della risonanza magnetica di ultima generazione, come contentino per tacitare le proteste popolari. Ed è ancora più indifendibile la posizione della Franconi che continua a ripetere di non aver chiuso l’ospedale (e chi glielo avrebbe consentito!) e per spostare l’attenzione dalle proprie responsabilità se la prende con la carenza di medici che è un problema nazionale senza chiedersi perché medici specialisti rinunciano a venire a Villa d’Agri in quanto non credono nelle promesse di questi amministratori e non vogliono pregiudicarsi la propria carriera professionale. La verità è che l’atto aziendale a firma del commissario dell’Asp, solo adesso da tutti rifiutato, non consente mezze misure nel senso che va rigettato in toto perché non è solo inaccettabile la direzione sanitaria a scavalco con Lagonegro quanto tutto il disegno di far diventare Villa d’Agri succursale di Lagonegro, come abbiamo denunciato per primi da settimane. Ricordiamo a quanti lo hanno dimenticato che il provvedimento individua solo quattro strutture complesse presso l’ospedale di Villa d’Agri, mentre 7 sono a Lagonegro (con altre 5 strutture condivise con Villa d’Agri di cui 4 praticamente attestate a Lagonegro !). Dunque a leggere attentamente la nuova organizzazione appare evidente come l’ospedale della Val d’Agri debba dipendere in tutto e per tutto da Lagonegro. Infatti i primari di radiologia, cardiologia, la direzione sanitaria, il Laboratorio di analisi sono attestati a Lagonegro da cui dipenderanno i reparti di Villa d’Agri. Mentre addirittura a Melfi vi è il primariato di ostetricia e ginecologia con un punto nascita da chiudere secondo le indicazioni dell’Accordo Stato-Regioni del 2010 (come accaduto da tempo per Villa d’Agri) in quanto i parti sono stabilmente sotto i 500 l’anno. Una cosa per noi è chiarissima: ieri quello che sembra solo un sospetto attivismo pre-elettorale si è avvalorato del tutto. Vigileremo per capire cosa si intende fare nel breve e medio termine e soprattutto ci opporremo per evitare nuovi danni alla nostra comunità.
*Portavoce Csail