POTENZA – Ritrovarsi improvvisamente tra le mani una bolletta da 800 o addirittura 1000 euro senza riuscirsi a spiegare il perché. E’ il senso di smarrimento provato da tantissimi lucani negli ultimi mesi, alle prese con aumenti ingiustificati dei prezzi di luce e gas, in un momento storico caratterizzato da una netta flessione delle quotazioni internazionali dopo la speculazione innescata nel 2022 dal conflitto tra Russia e Ucraina. Ma da dove arrivano queste bollette “pazze”? Il “giochetto” è molto semplice e accomuna ormai diversi gestori: si procede ad un aumento della tariffa a kilowatt/ora per quanto riguarda la luce e a standard metro cubo per il gas con una sporadica comunicazione inviata via mail al titolare dell’utenza (che spesso peraltro finisce anche nella cartella Spam diventando ancora più difficile da individuare e visualizzare), incassando così nelle settimane successive il classico silenzio-assenso che mette al riparo le società da eventuali controversie con gli utenti.
E così, con le prime bollette del 2024 tantissimi lucani si sono ritrovati importi esorbitanti. I più fortunati, dopo aver contattato il servizio clienti del proprio gestore, sono riusciti a tornare ad una tariffa simile a quella precedente, annullando di fatto l’aumento dei costi (in ogni caso le bollette già fatturate con la tariffa “pazza” restano sul groppone). Ma c’è chi, soprattutto pensionati che vivono soli e senza familiari a cui affidarsi per questioni del genere, continua a pagare cifre assurde. E il loro grido di aiuto arriva spesso anche nelle redazioni dei giornali tramite lettere ed esposti con cui si chiede l’intervento degli enti preposti e anche della magistratura. La situazione potrebbe finire all’attenzione dell’Antitrust per la valutazione di eventuali pratiche commerciali scorrette da parte dei gestori. Per quanto riguarda il gas, poi, c’è un fattore che non va sottovalutato: l’aumento delle tariffe ha portato ad erodere in modo significativo l’impatto in bolletta del “bonus gas” riconosciuto dalla Regione Basilicata dopo l’accordo con le compagnie petrolifere ma ancorato alle quotazioni internazionali della borsa di Amsterdam che garantiscono lo sconto della materia prima in bolletta di circa 35-40 centesimi al metro cubo. Con tariffe che in più casi hanno superato 1,50 euro a smc il bonus si è ridotto a poche decine di euro, alimentando ancor di più la confusione degli utenti sulla corretta applicazione del sussidio. L’invito ai nostri lettori è quello di contattare sempre il servizio clienti quando si nota, da un bimestre all’altro, un aumento eccessivo dei costi a fronte di un consumo sostanzialmente identico.