MATERA- La festa è finita. In questa settimana qualche altro strascico, poi la sbornia finirá e tutti i nodi dovranno essere sciolti. Dalla stagione degli annunci si dovrà passare alle fasi operative per rendere davvero attraente nel tempo una città che potenzialmente potrebbe essere la locomotiva per sostenere lo sviluppo, almeno turistico, dell’intera Basilicata. Le massicce risorse finanziarie (766 milioni di euro) piovute come investimento in materia di patrimonio materiale e immateriale per affrontare la sfida devono ora prendere sostanza e dovranno essere visibili. Un punto di forza é stata l’attrazione oggettiva dei Sassi, delle pietre, del tufo, dell’arte, che non è merito di noi contemporanei. Adesso bisogna andare oltre, con scelte non dettate da visioni miopi ma adeguate alla classificazione di Capitale Europea. La base economica esiste e non è di poco conto. Serve la capacità creativa, senza continui inutili ricorsi all’esterno della Basilicata. Gli operatori economici materani non hanno ancora fruito dell’aspetto positivo della incoronazione. Basta scorrere gli elenchi dei beneficiari di incarichi e commesse per rendersi conto di un disegno frutto più di una visione colonialista che consapevole delle risorse che la Basilicata intera possiede. La discrezionalità deve lasciare il passo alla professionalità.
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