Matera, da oggi la giornata nazionale del Braille. Ma Basilicata “poco accessibile”

POTENZA– Insensibili e poco lungimiranti. Le istituzioni si mostrano così al mondo dei ciechi e degli ipovedenti. A dirlo, senza peli sulla lingua, è il presidente regionale dell’Uici Angelo Camodeca, a poche ore dallo start della dodicesima giornata nazionale del Braille, che quest’anno si celebrerà a Matera. Negli studi di Caffè di Traverso, al microfono di Mariolina Notargiacomo, Camodeca riassume le principali difficoltà che rendono la Basilicata una terra “poco accessibile” alle circa 2mila persone che convivono con questa forma di disabilità. La comunità lucana dei non vedenti, precisamente, è rappresentata da 1.842 unità. Tra oggi e domani si prepara ad accogliere i lucani e non solo in questa due giorni promossa con lo scopo di ricordare “il diritto di ciascuna persona ad apprendere e conoscere con metodi e strumenti differenti ma riconosciuti e condivisi dall’intera collettività”. “Il braille è un codice – spiega Camodeca – che non ha perso importanza nel tempo. Se iniziassimo a tralasciare il Braille per avvalorare l’uso degli strumenti tecnologici come le sintesi vocali, rischieremmo veramente di trovarci nella condizione dell’alfabetismo di ritorno. Se io ascolto e non leggo, non saprò mai scrivere. E’ importante leggere, è importante il braille e farlo conoscere a tutti, perché così si favoriscono la comunicazione, l’inclusione e l’accessibilità”. Da dodici anni l’Uic promuove l’adozione di questo prezioso e innovativo sistema di scrittura. E in occasione di questo importante evento sarà presentato alla stampa un progetto realizzato con la collaborazione delle Cantine del Notaio, azienda che ha deciso di apporre sulla bottiglia di vino rosso “L’Atto”, in maniera sperimentale, l’etichetta tradotta in linguaggio braille.

 

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di Michelangelo Russo