VENOSA – Di notte vivono in baraccopoli, aree industriali dismesse e casolari fatiscenti, senza acqua potabile e in pessime condizioni igienico-sanitarie, di giorno lavorano duramente nei campi nella raccolta di frutta e ortaggi, in uno stato di esclusione che spesso riguarda anche la possibilità di ricevere cure mediche.
Sono i circa 2.000 braccianti migranti in Basilicata, le cui ”vite a giornata” scorrono sul territorio di sgombero in sgombero, di ingaggio in ingaggio, in cerca di una sistemazione umana e dignitosa. È la fotografia scattata dal rapporto ”Vite a giornata. Precarietà ed esclusione nelle campagne lucane” presentato oggi a Matera da Medici Senza Frontiere (MSF), che tra luglio e novembre 2019 ha offerto cure mediche e orientamento socio-sanitario in 7 insediamenti informali, tra cui l’exFelandina. A dicembre 2019 MSF ha passato il testimone all’associazione locale LOE-UISP, della quale fanno parte anche medici volontari, a cui sono stati donati il camper dell’unità mobile, le attrezzature mediche e le scorte di farmaci.
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