Monticchio, da terra di nessuno a riserva del patrimonio mondiale

POTENZA – Con la candidatura del Monte Vulture e di Monticchio al programma Unesco “L’uomo e la biosfera” un intero territorio si mette in marcia per promuoverne la crescita a 360 gradi tramite l’impiego di paradigmi scientifici. Ne è convinto Franco Perillo, presidente facente funzioni del Club per l’Unesco del Vulture, che nel salotto di “Caffè di Traverso”, ospite di Mariolina Notargiacomo, ha illustrato l’ambizioso progetto che mira a valorizzare le risorse e a proteggere l’ecosistema naturale locale. Il Club Unesco del Vulture nasce nel 2009 su iniziativa di 12 volontari nell’intento di valorizzare il territorio e farsi carico di una serie di iniziative umanitarie, abbinando cultura e ambiente. Sono ben tre i siti unescani che hanno beneficiato del contributo fattivo dell’organizzazione presieduta da Perillo. Si parte già nel 2009 con il santuario di San Donato di Ripacandida. Successivamente, anche la biblioteca comunale di Venosa ottenne il via libera. Mentre due anni fa il convento di Barile ha ricevuto la designazione di fabbrica ambientale. Ora, però si pensa ancora più in grande. L’ultima scommessa del Club per l’Unesco è di attivare un programma scientifico certificato, che riconosca la tutela della biodiversità di Monte Vulture e Monticchio.

 

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di Michelangelo Russo