POTENZA – Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso di Oussama Belmaan, il 19enne nordafricano morto al Cpr di Palazzo San Gervasio. Dramma al quale è seguita una rivolta con disordini e un incendio appiccato in forma di protesta dagli altri ospiti trattenuti in attesa del rimpatrio. La Procura di Potenza come ha fatto sapere in una conferenza stampa il procuratore Curcio, ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla morte del giovane algerino, probabilmente riconducibile a un arresto cardiaco. La salma non presenterebbe segni di violenza, ma gli inquirenti non escludono alcuna fattispecie di reato compreso l’omicidio colposo o doloso. Ipotesi aperta anche quella dell’atto autolesionistico. Il centro è sotto la lente della magistratura da anni, le indagini a carico di oltre 20 persone, sono state chiuse il mese scorso.
IL PRESIDENTE BARDI Il presidente della Regione Bardi da parte sua, ha assicurato supporto alla prefettura per la gestione dell’emergenza migranti. “La questione – ha detto il governatore– è al centro della nostra agenda. Nonostante le difficoltà- ha concluso Bardi- l’obiettivo resta l’accoglienza dignitosa e l’integrazione”.
LE RICHIESTE DI CHIUSURA DEL CPR Intanto sono numerose le richieste di chiusura del Cpr che giungono dalla comunità civile lucana e dalla politica. Il Pd ha depositato un’interrogazione parlamentare al ministro degli interni, Piantedosi, firmata dai deputati Amendola e Scarpa. Sul fronte sindacale la Cgil torna ad incalzare le istituzioni, chiedendo la chiusura della struttura di Palazzo in una nota a firma dei segretari Esposito e Scarano. Digilio, Lettieri e Savino di Europa Verde accomunano queste strutture ai “lager”. Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Palazzo, Festino: “La tutela della vita- ha detto- è in assoluto la prima ragione dell’esistenza umana”.