“Il Signor Rispoli, del quale possiamo ipotizzare la buona fede, è evidentemente male informato e le sue affermazioni non esprimono né raccontano la realtà dei fatti”. Tanto dichiarano le Associazioni Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente Potenza, Circolo Legambiente Potenza “Ken Saro Wiwa” e Movimento Azzurro in risposta alle dichiarazioni apparse questa mattina sulle pagine di un quotidiano regionale. “Nessuna raccomandazione e nessun Santo in Paradiso, senza voler scomodare i Santi, si è occupato di gestire la fase di accompagnamento all’avvio del servizio della raccolta differenziata nel territorio della città di Potenza. Tutto si è sempre svolto secondo la massima trasparenza e nel rispetto delle norme” continuano le associazioni. Quando l’amministrazione del capoluogo di Regione ha avviato il porta a porta sul proprio territorio comunale, ha deciso di indire un avviso pubblico rivolto alle associazioni ambientaliste di volontariato legalmente riconosciute, al fine di ottenere una collaborazione qualificata nella gestione dell’innovativo progetto, senza dover ricorrere ad imprese private e/o ad agenzie interinali per la selezione del personale favorendo un migliore e più efficace coinvolgimento della comunità locale. A seguito delle risultanze dell’Avviso pubblico, sono state individuate le 5 associazioni che hanno preso parte alla fase di start up che ha visto impegnati complessivamente 40 volontari scelti tra i soci propri delle associazioni risultate idonee ai requisiti richiesti; perché di volontariato si parla e non di lavoro, come erroneamente più volte riportato nel servizio giornalistico. Quello che forse sfugge al Sig. Rispoli è che, terminata la fase di start up, Acta Spa ha promosso un nuovo avviso pubblico, per l’affidamento delle successive attività di Follow up al miglior progetto presentato da una associazione o gruppo di associazioni in partenariato (quindi non più tutte come nella fase precedente) per un totale di 14 volontari. Anche in questo caso in piena trasparenza e legalità, con massima evidenza pubblica. Possiamo comprendere il dispiacere del Sig. Rispoli in quanto l’associazione di cui il figlio fa parte non è risultata vincitrice, ma questo non può esimerlo dall’informarsi correttamente sull’andamento dei fatti che ribadiamo si sono svolti alla luce del sole e nel pieno rispetto delle norme, sia dalla parte pubblica che da quella delle parti sociali del volontariato, senza esclusione alcuna, investite dei riconoscimenti di legge. Un doveroso chiarimento va fatto anche sul criterio con cui sono stati individuati i volontari da coinvolgere. Il Servizio Vigilanza Ambientale Legambiente Potenza, il Circolo Legambiente Potenza “Ken Saro Wiwa” e l’Associazione Movimento Azzurro, sin dalla prima fase hanno adottato come criterio quello associativo – d’altra parte l’unico in linea con lo spirito del progetto- ovvero coinvolgendo i soci attivi che già svolgevano attività all’ interno della propria associazione. La sorella dell’assessore a cui fanno impropriamente riferimento le dichiarazioni rilasciate, svolgeva il servizio civile in Legambiente da molto prima che lo stesso assessore entrasse in carica rimanendo poi all’interno della stessa in qualità di socia volontaria. Si sarebbe dovuto fare una “discriminazione” al contrario? Inoltre, nulla ha a che vedere l’attività di Follow up con il coinvolgimento dei migranti. Si tratta di due progetti assolutamente distinti su cui ancora una volta si fa confusione. I migranti, nell’ambito del progetto Lavoro Utile rivolto ai richiedenti asilo presenti a Potenza nelle strutture di prima accoglienza individuate dal Comune , sono stati impiegati nello svolgimento di attività di pubblica utilità a titolo prettamente gratuito. Nessuna sostituzione quindi, nessuna discriminazione solo tanta confusione dettata forse dall’amarezza di un padre per la precarietà lavorativa del figlio, che però non può in alcun modo giustificare le falsità pronunciate nei confronti di chi opera onestamente.
LEGAMBIENTE BASILICATA