“Nessuno sconto ai furbetti del vaccino”. Intervista esclusiva al Procuratore Curcio

di Fabrizio Di Vito
POTENZA – La gestione dell’emergenza sanitaria in Basilicata, l’allarme relativo alle infiltrazioni criminali e alla presenza di sodalizi mafiosi autoctoni riconosciuti come tali da organizzazioni come la ‘ndrangheta, il rischio di commistioni tra mafia e politica, i reati contro le donne. Sono solo alcuni dei punti affrontati durante la lunga e dettagliata intervista che il Procuratore Capo di Potenza, Francesco Curcio, ha rilasciato a La Nuova Tv (potrete seguirla integralmente questa sera alle 21.30 sul canale 12 del Digitale Terrestre durante una puntata speciale di “Notizia di Reato). Intervista partita doverosamente da un’analisi della Pandemia e dell’impatto sulla macchina della giustizia.

In Basilicata abbiamo assistito a diverse criticità legate all’emergenza sanitaria, alcune delle quali, dalle corsie preferenziali per i tamponi ai decessi che forse potevano essere evitati, passando anche ai focolai nelle case di riposo che hanno provocato un elevato numero di vittime del Covid, sono all’attenzione della procura. Senza entrare nel merito di indagini ancora in corso, possiamo dire che non tutto è andato per il verso giusto?
“Nella primissima fase dell’emergenza sanitaria c’è stata una plausibile e giustificabile impreparazione perché non conoscevano ancora il problema nella sua complessità e gravità. Sicuramente più gravi sono state le mancanze che si sono realizzate nella cosiddetta seconda ondata. Abbiamo individuato una serie di problemi, all’inizio sui tamponi: stiamo indagando sull’omesso approntamento di test e tamponi nei confronti di soggetti che dovevano essere testati, a differenza di altri che pur non avendo un quadro clinico e/o epidemiologico che lo imponesse sono stati sottoposti a tampone. Si tratta di ingiustificate differenze di trattamento che sono oggetto di indagine, come peraltro già noto alla stampa. Lo stesso problema ci stiamo ponendo adesso con i vaccini: è ormai un fatto notorio che in Basilicata, così come in tutte le altre regioni, vi siano i furbetti del vaccino. In questo caso bisogna essere intransigenti perché il vaccino è un bene pubblico e, a mio avviso, una sottrazione del vaccino da parte del pubblico ufficiale alla destinazione prevista, può costituire un grave reato che si chiama peculato”.


L’intervista integrale su La Nuova del Sud di sabato 30 Gennaio 2021