Nomina dei direttori generali in Regione, la procura della Corte dei Conti ipotizza un danno erariale di 250mila euro

POTENZA – La notizia era stata, di fatto, annunciata poco più di una settimana fa ai microfoni de “La Nuova Tv” dal procuratore regionale della Corte dei Conti, Vittorio Raeli, a margine dell’udienza dedicata al giudizio di parifica davanti alla sezione regionale di controllo del bilancio 2021 della Regione Basilicata. Ma ora è arrivata anche l’ufficialità sull’azione della procura contabile con il viceprocuratore Giulio Stolfi che ipotizza un danno erariale di quasi 250mila euro in relazione alla nomina diretta di tre direttori generali che sarebbe avvenuta in modo illegittimo, ovvero in violazione della legge regionale del 2010 in materia. “La Giunta – aveva evidenziato il procuratore regionale ai nostri microfoni – non ha indicato le ragioni per le quali al conferimento degli incarichi di dirigente generale nel corso del 2021 si è proceduto in assenza di valutazione comparativa, non apparendo esaustivo il richiamo ai curricula dei nominati.

Sarà cura di questa procura regionale procedere ai necessari accertamenti in ordine alla verifica della legalità finanziaria”. E dopo le verifiche affidate alla guardia di finanza è arrivato l’invito a dedurre per la giunta Bardi: la procura contabile lucana ipotizza un danno erariale di circa 250mila euro per tre nomine. La quota principale, nella misura del 50% del totale, sarebbe addebitata al governatore (all’epoca dei fatti, lo ricordiamo, la giunta era composta anche dagli assessori Francesco Fanelli, Francesco Cupparo, Rocco Luigi Leone, Donatella Merra e Gianni Rosa). Gli indagati avranno ora un mese di tempo per presentare le loro controdeduzioni, un pò quello che succede in sede penale dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, all’esito delle quali l’accusa deciderà se proseguire nel giudizio e avviare il processo contabile vero e proprio o disporre l’archiviazione. Oltre al meccanismo di chiamata diretta, il viceprocuratore Stolfi nell’invito a dedurre contesta soprattutto il mancato ricorso a professionalità interne alla Regione che avrebbe evitato l’esborso di ulteriori somme.