Oltre mile lucani a Roma per marciare a difesa dell’automotive

ROMA- Oltre mille tra lavoratori e rappresentanti sindacali a Roma, a difesa del comparto automotive. Una vertenza che sta assumendo i connotati di una e vera e propria crisi epocale, perché il passaggio all’elettrico si sta consumando con costi troppo elevati, sia in termini finanziari che di tenuta occupazionale. Per questo i metalmeccanici della Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm da Potenza e dal Vulture Melfese hanno raggiunto la capitale con 20 pullman, unendosi in piazza Barberini con le delegazioni delle altre sei regioni sede di stabilimenti Stellantis per formare un cordone umano di 20mila persone. La richiesta è stata unanime: cambio di rotta delle politiche europee sulla fine dell’endotermico al 2035, incentivi dal governo nazionale oltre al supporto alla cig per le aziende, infine il rispetto delle promesse fatte dal gruppo. Questioni su cui Cgil Cisl e Uil non fanno sconti, chiedendo alla premier Meloni la convocazione di un tavolo con l’ad Taveres, la componentistica e i sindacati. Sullo sfondo c’è il preoccupante calo produttivo: 400mila le vetture in meno in tutta Italia (circa il 30%), meno 90mila il dato lucano pari al 61%, con effetti devastanti sull’occupazione dei circa 5.400 operai diretti di Melfi – che la prossima settimana lavoreranno solo mercoledì, giovedì e venerdì – e i 3mila dell’indotto.

Bandiere dei sindacati anche in piazza Prefettura a Potenza con il presidio promosso da Fismic Confsal, Uglm e Aqcfr per la consegna di un documento al prefetto Campanaro con il quale si chiede un tavolo di confronto con la Regione.

Intanto tra le voci a sostegno dei lavoratori c’è quella del vescovo di Melfi Ciro Fanelli che sollecita tutti gli attori coinvolti a fare la propria parte, mobilitando risorse ed investendo di più. “E’ tempo di essere operosi –dice il vescovo – modificando se occorre, il tracciato europeo della transazione all’elettrico”. Temi al centro della seduta del consiglio regionale in calendari.