Pestata perché lesbica. La denuncia di Giulia: «Mi dicevano “le persone come te devono morire”»

«Perché non si ripeta mai più una cosa simile». Giulia Ventura è una giovane trentenne di Potenza ed è lesbica. Ha deciso di denunciare con un post sui social un’aggressione subita da un gruppo di bulli, mercoledì notte, mentre tornava a casa a piedi.

Pubblica la foto del suo volto tumefatto dai pugni, le labbra a canotto violacee, naso rotto e occhi gonfi. Con tanto di referto medico. Pestata per il suo orientamento sessuale. «Era mercoledì sera – racconta – cammino a piedi, in questa meravigliosa città, sento qualcuno blaterare e vedo due ragazzini che, attraversano la strada e si mettono di fronte a me, intralciandomi il passaggio». «Le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E adesso ti faccio vede come i maschi abbusc’cano», le urlano contro i due aggressori. Così inizia l’incubo. Un pugno, un secondo pugno, un terzo, la caduta a terra, due calci, uno sulla spalla e uno sulla costola. Poi – continua il racconto – la ragazza cerca di difendersi con una testata ma non riesce a bloccarli. Quando si riprende torna a casa ma decide di non andare in ospedale. Il mattino seguente il sangue continua a scorrere dal naso e così si reca al pronto soccorso.

«La denuncia – dice – parte d’ufficio. Ora. Dopo tutto questo – continua nel suo lungo post – ditemi, il mio orientamento sessuale è affare di politica? Sono forse una sovversiva che merita di essere ridotta così da due piccoli teppisti di probabile inclinazione fascista? Credevo di aver superato quella fase, quando già nel 2009 venivo aggredita in villa, ma mi sbagliavo. Passa il tempo, ma non passano le schifezze dovute ad un’ignorante ineducazione». «Sarà colpa dei ragazzini, si – conclude Giulia -, ma anche i genitori dovrebbero pensare ad andare a cogliere broccoli e non a fare figli, se questi sono i risultati. Ció che avete fatto a me non deve MAI PIÙ ESSERE FATTO AD ESSERE UMANO».

Immediati, sui social, le condivisioni del post e i messaggi di solidarietà nei confronti della 30enne. fronti della giovane trentenne. Tra questi, a nome della città, anche quello del sindaco Mario Guarente. «Provo tanta rabbia per questo vile gesto- scrive il primo cittadino-: che questi imbecilli vengano subito arrestati e fatti marcire nel ghetto della loro ignoranza…! Siamo dalla tua parte, Giulia».

Intanto sulla vicenda la questura di Potenza ha già aperto un’indagine per individuare i due aggressori.