POTENZA – Il prezzo del petrolio, in caduta libera da settimane al punto da esplorare per la prima volta nella storia un prezzo dal valore negativo (le quotazioni del Wti, il greggio di riferimento per il mercato americano, lunedì pomeriggio per i contratti di maggio aveva toccato l’incredibile valore di -37 dollari al barile), come sempre viene tenuto sotto stretta osservazione alle nostre latitudini.
Le royalties rappresentano infatti l’entrata principale per il bilancio della Regione e quando questo tesoretto inizia ad assottigliarsi la coperta diventa decisamente più corta.
Uno scenario al quale bisogna aggiungere il calo della produzione di greggio in Basilicata dovuto all’emergenza Coronavirus: sia Eni che Total (a Tempa Rossa le estrazioni sono state avviate solo qualche mese fa e il 2020 sarà il primo anno a generare un gettito di royalties per i territori interessati), titolari delle concessioni in Val d’Agri e nella Valle del Sauro, hanno infatti ridotto drasticamente la produzione per impiegare negli impianti il minor numero di lavoratori e contenere così il rischio contagio. La quotazione del Brent, il petrolio del mare del Nord dalla cui quotazione dipende il calcolo del gettito per le royalties che annualmente le compagnie petrolifere versano nelle casse dello Stato e delle Regioni, non è ancora sceso in territorio negativo, ma ormai da settimane si mantiene al di sotto dei 30 dollari al barile.
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