Petrolio, opposizioni contro Di Maio. Mattia non ci sta

POTENZA – La posizione del ministro Di Maio sul petrolio lucano, espressa l’altra sera in piazza a Potenza, ha suscitato tanta ironia e indignazione tra i suoi avversari politici. Indistintamente. Da destra e sinistra. Se il presidente del consiglio regionale Vito Santarsiero, il segretario del Pd Mario Polese e il coordinatore di Fratelli d’Italia Gianni Rosa si sono esposti in maniera ufficiale, in molti hanno scelto i social per replicare a quella promessa rivolta ai lucani. “Io non sono più disposto a firmare autorizzazioni per la Basilicata finchè i soldi andranno fuori – ha affermato il leader dei pentastellati Luigi Di Maio – e si negherà la salute ai cittadini lucani. Sono anni – ha aggiunto – che il popolo di questa regione è stato tradito perché si è estratto il petrolio e lo si portava fuori con tutti i proventi e si lasciava morire la gente di tumori o di malattie, e io non firmo più niente su questo e non firmerò più niente… La Basilicata non sarà più una colonia delle multinazionali…”. Il fuoco di fila al quale l’esponente del Governo è stato sottoposto nelle ultime ore non è andato giù ad Antonio Mattia, candidato governatore della Basilicata per i Cinque Stelle alle prossime elezioni regionali. Intanto, su twitter sono stati soprattutto i big dei dem a mettere in cattiva luce le affermazioni di Di Maio. Tutte riprese e rilanciate da Hyperbros. “E’ del tutto evidente che dal boh (sic) sul petrolio Luigi Di Maio – ha per esempio cinguettato Vito De Filippo – e’ passato al noto “si va avanti” senza esagerare…con le attuali attività estrattive! Qualcuno si è sognato in questi anni che si doveva autorizzare altro? Non risulta a nessuno solo al palco e ai post del Movimento Cinque Stelle”. Ancora più esplicito il senatore Savatore Margiotta, che cogliendo la palla al balzo, ha lanciato una provocazione: “Sulla base di quel che ha detto, presenteró un emendamento alla legge di stabilità: il 100% delle royalties deve rimanere in Basilicata. Ha detto cosí, vero?”.

 

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di Michelangelo Russo