VIGGIANO – Cancelli chiusi al giacimento dell’Eni di Viggiano. La società petrolifera si è vista costretta a fermare l’attività industriale per mancanza di personale, a causa dello sciopero di 4 ore inscenato dalle maestranze del Cova e da quelle delle aziende dell’indotto su proposta delle organizzazioni sindacali Cgil e Uil. L’adesione alla mobilitazione, terminata alle ore 12, ha sfiorato il 90%: circa 800 i lavoratori in presidio davanti l’ingresso del Centro Olio. Al loro fianco oltre ai delegati di categoria anche i segretari generali di Basilicata Angelo Summa della Cgil e Carmine Vaccaro della Uil. “Lo sciopero è andato bene – commenta soddisfatto il segretario di settore della Uil Giovanni Galgano -. C’è stata grandissima adesione da parte dei lavoratori, che hanno deciso di stare con il sindacato per perseguire l’obiettivo della contrattazione unica”. Lo zoccolo duro è rappresentato da Confindustria che ha chiuso le trattative sulla stesura della piattaforma per la contrattazione unica di sito che mira a tutelare i livelli occupazionali in caso di cambio d’appalto, da sempre molto frequente in Val d’Agri e a parificare il trattamento salariale come quello sanitario sino ad ora garantito solo ai dipendenti dell’Eni.
Approfondimenti sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”
di Michelangelo Russo