POTENZA – Solo adesso, e dopo quasi un anno e mezzo, si inizia a parlare di Piano Strategico nei piani alti di viale Verrastro.
Un documento introdotto con l’ultima modifica apportata allo Statuto regionale durante la legislatura di Marcello Pittella. Modifica che ha previsto appunto la presentazione – da parte del presidente della legislatura successiva all’atto del suo insediamento – di un atto con il quale il governatore e la giunta regionale avrebbero dovuto definire i grandi indirizzi di sviluppo economico, sociale e ambientale del territorio regionale.
Un testo che dovrebbe contenere gli obiettivi per il futuro di questa regione ma che evidentemente, visto il ritardo con cui se ne inizia a discutere, mette in evidenza quanto poco, chi ci governa, sia realmente a conoscenza dei problemi e delle prerogative di questa nostra realtà regionale. E infatti solo la scorsa settimana il presidente della Regione, Vito Bardi, ha avviato il dibattito alla presenza del consigliere scientifico (di recente nomina) Leonardo Cuoco e di altri rappresentanti della maggioranza di centrodestra. Solo adesso nonostante anche dal partito di maggior peso della coalizione, la Lega, siano arrivati a cadenza regolare, negli ultimi tempi, appelli indirizzati alla giunta e al presidente proprio in questa direzione. Prima dal vicesegretario nazionale, Andrea Crippa, “non si tiri a campare” aveva scritto nero su bianco in una nota. Poi, in maniera meno diretta ma altrettanto significativa, dal senatore Pasquale Pepe che proprio in una recente intervista alla Nuova aveva chiesto a Bardi di fare presto nel dare quelle risposte che i lucani ancora attendono.
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di Mara Risola