Pista Mattei, il Gruppo Cestari dice basta: qui impossibile fare impresa

POTENZA- «Dieci anni possono anche bastare». L’ingegner Alfredo Cestari slaccia le cinture. Si scende. Il sogno di trasformare la Pista Mattei in un aeroporto finisce qui.

Perché non puoi essere l’unico a crederci mentre tutto e tutti ti remano contro. E poco contano i contenzioni in atto. «Non è un tribunale a dirci che dobbiamo lasciare – sottolinea -, siamo noi a farlo». Arriva in redazione con un plico di carte tra le mani. Le apre tutte sul tavolo. Ma alla fine parla a braccio. E’ sereno, come chi sa di aver fatto tutto quanto era possibile. Ma è anche amareggiato. E ripercorre tutte le tappe di una vicenda che, come e più di altre, riesce a dare ulteriori risposte ai perché sul mancato decollo della Basilicata. Ormai più prossima a precipitare che all’atterraggio di emergenza. E’ il 2014 quando la Winfly, società del Gruppo Cestari, vince il bando per la gestione della Pista Mattei. «Era un bando per tre anni con la possibilità di ulteriori tre anni di proroga», spiega. Ma la volontà di fare le cose sul serio viene certificata sin da subito. E’ infatti il primo luglio 2015 quando viene presentata all’Enac domanda per trasformare l’aviosuperficie in “aeroporto generale”. Istanza alla quale l’Ente nazionale per l’aviazione civile, dopo una serie di interlocuzioni con la società che riguardavano perlopiù integrazioni documentali, risponde sì. Con una postilla: la società chiamata a gestire l’aeroporto dovrà avere una concessione di una durata almeno decennale. E questo, ovvio, per rendere credibile qualsiasi piano industriale e non trovarsi di fronte, a stretto giro, a eventuali smobilitazioni.

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di Dario Cennamo