POTENZA – Il caso dei furbetti del bonus, ovvero dei parlamentari che hanno chiesto il contributo da 600 euro previsto dal decreto Cura Italia e rivolto ai liberi professionisti titolari di partita Iva, ha riacceso i riflettori sui costi della politica.
Tra numerosi amministratori locali, consiglieri e assessori regionali e comunali si è acceso un fuoco incrociato di polemiche, critiche e indignazione popolare che ha finito con il mettere nello stesso calderone tutti gli amministratori, dai consiglieri di Comuni di nemmeno mille anime a senatori e deputati, che avrebbero richiesto il sussidio all’Inps.
Un gioco al massacro facile, in cui la sacrosanta questione dell’opportunità di chiedere un bonus quando si gode di una situazione reddituale agiata e tranquilla, ha portato ancora una volta sotto accusa chi invece attraverso la politica gode di una fonte reddituale di tutto rispetto. A finire nell’occhio del ciclone è stato il Comune di Potenza. Il caso delle due assessore (Padula e Guma) ha fatto decisamente più scalpore rispetto ai consiglieri comunali. Ma quanto costa la giunta del capoluogo? Il conto preciso è difficile da fare. A fare fede, così come previsto dall’articolo 82 del testo unico enti locali, è il decreto interministeriale 119 del 4 aprile 2000 in cui sono fissate le indennità di sindaci, assessori e consiglieri comunali.
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di Celestino Benedetto