POTENZA – “La scelta di sostenere Angelo Chiorazzo va nella direzione di aprire una stagione nuova e di cambiamento. Anche perché mostra ai lucani che all’interno del Pd c’è una classe dirigente pronta e matura a sostenere un candidato autorevole che saprà unire la coalizione su un programma che sia tutto il contrario di questo pessimo governo regionale. E sono convinta che anche le forze riformiste e il M5s sapranno raccogliere un richiamo a responsabilità e al grido d’allarme che i lucani ci lanciano ogni giorno. Ma basta tatticismi: adesso è il momento di uscire allo scoperto ed essere tutti uniti”.
Chiara e determinata. La sindaca di Genzano, Viviana Cervellino, vola alto durante il confronto alla Nuova Tv con De Maria. Senza dar retta ai quotidiani “inquinatori di pozzi”, a chi lavora per una sconfitta dignitosa o diffonde sondaggi edulcorati. La premessa racchiude il senso di ogni ragionamento. “Un centrosinistra unito con un candidato autorevole intorno a cui stringersi con un programma condiviso rischia di vincere le elezioni. Questa – ha detto intervendo alla Nuova Tv al confronto con il presidente di Italia Viva di Basilicata, Fausto De Maria – dovrebbe essere la battaglia comune di tutte le forze progressiste e riformiste che negli anni hanno combattuto la bruttezza di un governo regionale che ancora oggi sfiducia il suo candidato in pectore, ossia il presidente uscente”.
Ma attenzione, avverte. “Alle Politiche del 2022 nel Pd si è consumato quello che taluni provano a fare stavolta. Ovvero si è andato in direzione contraria rispetto a quanto stabilito dagli organismi dirigenti con le conseguenze note. E dove le donne furono totalmente scartate ed anche in malo modo. Ecco: anche stavolta il Pd non può correre il rischio di svuotare quelle che sono le prerogative dei suoi organismi a discapito di una reale contendibilità. Anzi di una vittoria”.
LA LINEA DEL PD
Punto di partenza la linea tracciata dal segretario dem Lettieri e condivisa a larghissima maggioranza. Vincere costruendo un’alleanza larga cogliendo il profilo civico offerto da Basilicata Casa Comune – quello di Angelo Chiorazzo – come fattore di novità tale da aggregare elementi della società civile allargando la base del consenso elettorale.
GLI “STRANI” SONDAGGI
“Chi aderisce al partito – ha detto Cervellino – dovrebbe far fede a quella linea senza ascoltare le sirene di chi in queste ore sta provando ad intorbidire un po’ le acque nel dibattito. Penso al sondaggio surreale con cui viene testato il gradimento di due autorevolissime figure del Pd – Marrese e Locantore – dimenticando che il partito ha un autorevole consigliere regionale in carica (Cifarelli, nda), l’unico peraltro. Mi è sembrato strano fosse escluso dal sondaggio come pure che si sondasse la contendibilità di una candidatura rispetto ad Angelo Chiorazzo dopo che il Pd è stato il primo che nei suoi organismi ha deliberato l’adesione a quello che è un nuovo fermento nella politica lucana che nasce nella società civile e che tutti i partiti dovrebbero abbracciare. E poi, è surreale anche nelle risultanze: un po’ bizzarre. Tenuto conto del gradimento di taluni mostrato nelle competizioni a vario titolo.
Poi stupisce che non sia stata testata la contendibilità di un candidato di Azione e Italia Viva forse perché chi l’ha proposto immagina che queste due forze stiano altrove, sbagliando”.
LA POSIZIONE DI ITALIA VIVA
“Italia viva – ha chiarito Fausto De Maria – ancora non ha fatto la sua scelta, non essendo né nel centrodestra né nel centrosinistra. Oggi non sappiamo cos’è il centrosinistra e ricordiamo di essere all’opposizione del centrodestra al governo nazionale e al governo regionale. Siamo però anche distanti dal tipo di opposizione che fanno Pd e 5 stelle. E allora dipenderà dalle proposte che arriveranno e ci aspettiamo una proposta riformista che sia di cambiamento. Noi non vogliamo scegliere la coalizione che più ha chance di vincere ma quella che più ci convince dal punto di vista programmatico. Cerchiamo discontinuità rispetto agli ultimi anni a partire da sanità, giovani, formazione e lavoro. Fino ad ora non siamo stati invitati ad alcun tavolo ma non lo nascondo: la candidatura di Chiorazzo – se confermata – ci porterà a sedere al tavolo di centrosinistra. Per la verità ci aspettiamo però anche un cambiamento dal centrodestra, senza veti sulle persone, ma sulla proposta politica. Anche qui: se dovessimo appoggiarlo dovremmo vedere una discontinuità nel modo di agire e gestire. In 5 anni non abbiamo condiviso molto di questo governo regionale. Aspettiamo però di vedere le proposte programmatiche e i candidati perché vogliamo essere decisivi”.
LA SOCIETA’ CIVILE
Un passo indietro – poi – per inquadrare il fermento maturato dal civismo dopo la grande campagna di ascolto lanciata dalle aggregazioni laicali del mondo cattolico e che ha portato alla costituzione di Basilicata Casa Comune. “Nel Pd – ha ricordato Cervellino – mancava l’ossigeno. La discussione era totalmente autoreferenziale rispetto ai destini dei singoli e non della comunità politica. Ma non si è mai parlato di sviluppare più candidature interne del partito che sarebbe stato un buon inizio di discussione politica. Questo ha determinato il fatto che laddove la politica manca la società civile avanza. E non è colpa della società civile se la discussione almeno all’inizio sia stata inquinata da molti personalismi”. Considerazione condivisa anche da De Maria. “In questi 5 anni non si è creata tra le forze di opposizione una chiara proposta alternativa. Sarebbe impossibile cercarla all’interno della parte politica”.
IL CAMPO GIUSTO
Inevitabile – poi – un riferimento alle strumentali accuse venute da Salvatore Margiotta. “Il Pd era avvitato su posizioni di natura strettamente personale che avevano imbottigliato la discussione: eravamo in un vicolo cieco. Il buon lavoro fatto dal segretario Lettieri – ha tenuto a precisare Cervellino – ha condotto a scegliere una strada giusta. Mi è piaciuta l’espressione di Conte: questa volta non è il campo largo ma il campo giusto. La ricchezza del Pd è sempre stata la pluralità nella discussione politica – ha aggiunto riferendosi a Margiotta – e so che il segretario è al lavoro per ricondurre all’unità quella che è stata una posizione politica differente dal documento approvato a cui è seguita “un’uscita dall’aula” chiamiamola così, non una votazione contraria. Insomma una modalità di astensione che lascia intravedere sicuramente un’apertura. Quella del senatore Margiotta è stata una robusta posizione politica, come lo sono sempre, che però non corrisponde alla cronologia e cronistoria del nostro partito. Margiotta – ha concluso – dovrebbe indicarci qual è stato il giovane, la donna e l’amministratore che all’interno del Pd sia stato mai realmente e non strumentalmente con l’utilizzo di un sondaggio candidato alla presidenza della Regione”.
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