POTENZA- Antonio Cappiello è uno che non le manda a dire. Da segretario regionale della Lega di Salvini si è sempre fatto notare per la durezza delle sue parole e per la robustezza delle sue idee. Per nulla incline ai compromessi, è trasparente nel linguaggio con tutti, iniziando da chi gli sta vicino. Niente promesse, niente giochi sottobanco, ma linearità assoluta. Al protagonismo personale preferisce la collegialità e, in compagnia fissa con il suo vice Massimo Zullino e il portavoce Giuseppe Grande, guida questa fase pre-elettorale abbastanza turbolenta nel centrodestra, vedi la polemica di queste ore con Gianni Rosa.
Come ha iniziato la sua strada in politica?
«Circa 5 anni fa insieme ad un gruppo ristretto di amici, decido di portare la Lega in Basilicata con il soggetto Noi con Salvini. Erano gli anni in cui la politica di centro destra andava scemando per l’incapacità di dirigenti attenti solo al loro orticello, incapaci di fare opposizione, molto spesso inciuciando con le sinistre antipopolari. Erano gli anni in cui non si aveva il coraggio di esporre i simboli, ma salutare nascondersi dietro liste civiche in cerca di verginità pur di ritornare credibili. Ho sempre detto no a questo pensiero affaristico, ho continuato per la mia strada, e dopo l’esperienza a candidato sindaco (primo in Italia anche in percentuali di voto), e candidato plurinominale alla Camera dei deputati (primo dei non eletti e percentuale più alta del sud), mi ritrovo a gestire il partito di governo che già in pochi mesi ha dimostrato le grandi capacità».
L’intervista integrale sull’edizione cartacea de “La Nuova del Sud”