Riforma Asi al palo, Cupparo si dimette. Sindacati sul piede di guerra

POTENZA- Una vertenza nella vertenza. Quella del consorzio industriale di Potenza sta diventando una vera e propria odissea. Lo sanno bene i dipendenti delle società che prestano servizio per conto dell’Asi nelle aree industriali della provincia. E tra questi c’è la Giuzio, alle prese da anni con pesanti arretrati nella corresponsione delle mensilità ai lavoratori, proprio perché il consorzio non riesce a pagare le commesse. Con un debito che supera gli ottanta milioni di euro, i conti pignorati e la paralisi totale della gestione, per l’ente sub regionale si resta in attesa della riconversione, che potrà avviarsi solo dopo il via libera dell’assise regionale alla legge approvata dalla giunta Bardi su proposta dell’assessore alle Attività produttive Cupparo, che ha rimesso il mandato nelle mani del presidente della Regione, non accettando quanto accaduto in assemblea.

La seduta del consiglio regionale

La riforma ha subìto immediatamente un stop, già alla prima discussione. La norma prevede lo scioglimento del consorzio industriale e la costituzione della società Aree produttive industriali Spa. Ma alla votazione di un emendamento di Acito all’articolo 2 manca il numero legale e la seduta viene chiusa. C’è stato giusto il tempo per l’assessore Cupparo di illustrare le finalità del disegno di legge. L’assessore è partito dalla situazione debitoria evidenziando come “non sia più possibile disporre trasferimenti di fondi per il risanamento. L’Asi negli ultimi 12 anni – ha puntualizzato – è stata destinataria di 38 milioni e mezzo dalla Regione Basilicata e non sono bastati. L’ultimo di 2 milioni e mezzo il governo l’ha considerato come aiuto alle imprese ricadenti nel territorio dell’Asi. Nessun dipendente sarà lasciato a casa – ha poi assicurato Cupparo – i 36 lavoratori attuali saranno assegnati agli enti che dovranno gestire i servizi e alla Spa”. Dopo il dibattito si è passati alla votazione degli articoli del disegno di legge con la presentazione di alcuni emendamenti da parte dei consiglieri Braia e Acito. Sulla votazione dell’emendamento di Acito all’articolo 2 i consiglieri che hanno risposto all’appello sono stati dieci (Bardi, Acito, Aliandro, Baldassarre, Bellettieri, Cariello, Coviello, Piro, Quarto e Sileo) e pertanto non essendoci più il numero legale, il presidente Baldassarre ha sciolto la seduta. Una sospensione non indolore. “Il Presidente Bardi prenda atto dei problemi all’interno della sua maggioranza – ha tuonato il consigliere del Pd, Cifarelli – un segnale- ha commentato – che non può essere derubricato ad incidente di percorso. La legge per la istituzione di Api-Bas, fortemente voluta da Cupparo e Bardi – ha proseguito il consigliere dem nonostante le tante e forti perplessità espresse anche dagli uffici regionali, e dai sindacati è stata portata avanti con una maggioranza che si sfalda”. Dello stesso tenore il giudizio dei consiglieri del M5s, Gianni Perrino, Gianni Leggieri e Carmela Carlucci, che parlano di governo lucano inadeguato. E non va meglio sul fronte sindcale. La Uilm se la prende con la politica lucana ritenendo quanto accaduto in consiglio irresponsabile e confermando la possibilità del blocco dei servizi nelle aree industriali di Potenza.