POTENZA- Seconda notte trascorsa all’esterno del palazzo della Regione a Potenza per i percettori del reddito minimo di inserimento ed ex tirocini formativi, giunti da numerosi comuni lucani. Dopo i cortei verso viale Verrastro e la sede dell’Agenzia regionale per il lavoro, quest’ultima amministratrice delle misure di sostegno al disagio, questa mattina i manifestanti faranno sentire alta la propia voce sotto la Prefettura. Le rivendicazioni restano le stesse, si chiede la stabilizzazione anche in vista del piano paventato dall’Arlab di accompagnamento alla fuoriuscita delle platee dalle misure sociali, il cui termine è stato fissato al prossimo mese.
Dalla loro parte i sindaci, consapevoli del supporto assicurato da questi lavoratori in servizio presso i Comuni, che però non possono godere dei benefici previdenziali e contributivi. Intanto l’assessore alle Attività Produttive Galella fa chiarezza: “La stabilizzazione è impossibile e illegale.
A procedere dovrebbero essere i Comuni, ma non con le risorse della Regione che – spiega Galella – sta lavorando, invece, con Anci e i sindacati affinché si possa procedere all’inserimento nel modo del lavoro secondo le capacità professionali di questi lavoratori”. L’assessore, riferendosi a coloro che tra i manifestanti ha palesemente affermato di recepire il sussidio ma di svolgere lavoretti a nero, ha sollecitato “approfondimenti da parte delle autorità preposte”.