POTENZA – I toni accesi e lo scambio di accuse hanno palesato un’inconciliabilità di fondo. Due modi di intendere una visione della Basilicata – seppur da posizioni diverse – rispetto al tema sanità e ai bisogni delle persone. Frizioni e posizioni prevenute, evidentissime con il gelo alla fine del dibattito, che hanno ratificato una rottura definitiva delle relazioni e l’inizio di una forte contrapposizione. Sabato sera, sul palco della Festa della Cgil, tra il “padrone di casa” Angelo Summa e il presidente Bardi non c’è stata neanche una stretta di mano. Troppo aspro lo scontro verbale sulle mancanze della Regione, sull’incapacità politica di recuperare la credibilità persa in campo sanitario negli ultimi dodici anni. E poi ancora “su un disegno di riordino che rischia di destrutturare la sanità lucana nei suoi tratti fondamentali, sulla gestione dei tamponi nella fase acuta dell’emergenza Covid, sulle prestazioni sanitarie non ancora riattivate fino al vulnus di una funzione di programmazione che non sta in capo ai direttori generali delle aziende sanitarie”. Per arrivare alle “mancanze” del dipartimento Salute e alla non gestione del caso Barresi. Un lungo elenco di fatti snocciolato dal segretario della Cgil. “Se domani mattina in Basilicata – ha attaccato Summa – dovesse configurarsi un modello che è proprio quello lombardo che ha fatto registrare i peggiori guasti attraverso un’azienda unica ospedaliera e una territoriale, tutti noi Cgil, Cisl,e Uil e tutta la comunità lucana si mobiliterà”. “Lei parli per lei né per la comunità lucana né per tutti i sindacati” ha replicato in maniera seccata il presidente della giunta regionale. Fino allo scontro totale. (Tutti i particolari nel pezzo di Celestino Benedetto pubblicato sulla Nuova del Sud di oggi, lunedì 7 settembre)