Non è successo nulla. O forse è successo fin troppo. La sconfitta del Potenza a Monopoli si è trasformata in una vera e propria carneficina che per tanti motivi non era preventivabile, viste le tante assenze in casa biancoverde e l’ottimo momento di Giosa e compagni. Per i lucani è stata la classica giornata no, coi rossoblù risucchiati improvvisamente nel “Vicolo Stretto” del Monopoli da cui bisognerà uscire fuori subito. Intanto non va dimenticato che la squadra di Raffaele era e resta seconda in classifica, anche grazie ai mezzi passi falsi di Ternana e Bari, ma soprattutto una formazione con numeri da record che proprio domenica sono terminati nella disfatta del Veneziani. Al 28’ si è interrotta l’imbattibilità di Ioime, durata 617 minuti. Un colpo di genio di Giorno, lo zampino di Piccinni, e il “rigore a porta vuota” di Cuppone mettono fine al conteggio che resta comunque di rilievo. Il trono d’Europa cade così, mentre il rigore di Fella e il tris di Mercadante servono solo a incrinare la solidità di un reparto arretrato che resta comunque il migliore d’Italia. Il crollo del Benevento in Serie B nel 4-0 di Pescara e i due gol subìti dal Renate col Monza servono a far mantenere un primato che non è solo una formalità, ma una colonna da cui ripartire. A maggior ragione a una settimana dal big-match del Viviani con la Reggina che continua nella sua opera di “asfaltaggio” degli avversari. Il vero problema (piccolo o grande che sia) del Potenza resta la sterilità dell’attacco. Solo 14 gol in 12 gare, poco più di uno a partita, secondo match consecutivo senza reti all’attivo, 202 minuti privi di gioie, l’ultima di Ricci a Catanzaro.
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di Luigi Santopietro